Shipper

E tu che ci fai qui?
Queste sono le prime parole di Brennan che sentiamo rivolte a Booth.
Lui ha escogitato uno stratagemma per riuscire ad intercettarla all’aeroporto ed avere l’opportunita’ di parlare con lei perchè ha bisogno del suo aiuto per un caso ma non riesce a contattarla in altro modo: lei infatti ha informato il suo assistente, Zack, di filtrare e bloccare tutte le chiamate di lui.
Non incomincia bene la collaborazione dei due; in un caso precedente, infatti, Booth aveva snobbato e preso poco sul serio l’analisi dell’assassino e dell’arma del delitto fatta da Brennan, colpevole, secondo lui, di aver utilizzato allo scopo solo una radiografia della vittima.
I metodi investigativi di Booth, al contrario, sono principalmente fondati sull’esperienza sul campo e la conoscenza della natura umana, cosa inconcepibile per una scienziata.
Eppure un caso complesso che necessita di entrambi i loro punti di vista, li spinge a trovare un compromesso: Brennan vuole partecipare alle indagini anche fuori dal laboratorio e queste sono le sue condizioni, che Booth accetta pur di ricevere il suo aiuto nelle indagini.
Ed è così che incomincia la loro (e nostra) avventura.
In questo primo episodio assistiamo a diversi scontri tra i due: lui prova a rompere il loro patto, lei commette dei gravi errori (come quello di aggredire l’assistente di un senatore), lui si rifiuta di dare la giusta considerazione ai risultati scientifici dell’analisi delle prove materiali accusando tutto lo staff del laboratorio di non avere idea del mondo che esiste fuori. Lei lo accusa di codardia in un’eccitante scena al poligono di tiro in cui lo sfida a fare la cosa piu’ giusta per le indagini ma piu’ rischiosa per la sua carriera (inserire ufficialmente un senatore nel registro degli indagati e far ispezionare la sua casa).
Ma entrambi sono alla ricerca di un modo per poter collaborare e questa ricerca passa inevitabilmente attraverso la conoscenza e la comprensione dei rispettivi mondi che sono agli antipodi.
Devi offrire qualcosa di te per poter avere qualcosa in cambio dagli altri” le dice Booth.
Lei e’ abituata a lavorare con gli scheletri, i quali sanno fornire informazioni senza richiedere nessun coinvolgimento personale.
Ma io non sono uno scheletro” le ricorda Booth.
Le mie relazioni piu’ importanti sono state con persone morte” confida una Brennan un po’ sconfortata alla sua migliore amica, Angela, ammettendo di non essere capace di instaurare normali relazioni personali.
In questo momento si trova il punto di svolta della loro relazione personale e professionale di questo primo episodio, nella decisione di Brennan di “provare” a relazionarsi con un’altra persona cercando di aprire un po’ se stessa, cercando di essere una partner nel vero senso del termine. In fondo, non era quello che voleva richiedendo a Booth di lavorare con lui anche sul campo?
I partners condividono cose, aiuta a costruire la fiducia” le aveva detto Booth. E lei ci prova.
Durante il funerale della vittima, a caso concluso con successo, lei gli confida di sapere cosa provano i genitori della vittima, i quali per anni hanno aspettato notizie non sapendo cosa fosse successo alla loro figlia. Anche lei, quando aveva solo 15 anni, ha perso i genitori, scomparsi e svaniti nel nulla senza lasciare alcuna traccia.
E Booth rivela a Brennan di aver ucciso molte persone quando era un cecchino nell’esercito e di voler catturare, adesso, almeno lo stesso numero di assassini.
Due piccoli segreti dei loro cuori che, confidati, aprono la strada alla loro collaborazione, perche’ come gli dice Brennan: “Vorrei aiutarti a farlo”.
E lui lo sa, insieme ce la faranno.

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