L’episodio ai Raggi X

Il caso
Un caso veramente potente, questa volta. La morte di un bambino.
Che ha un forte impatto su ognuno dei protagonisti.
In tutta onestà, il colpevole non é difficile da individuare, io l’ho sospettato quasi subito, ma come é ormai chiaro, quel che conta in “Bones” é il lato umano.
E su quel piano, questo é veramente un episodio che funziona

i PROTAGONISTI: evoluzione, particolari, dinamiche
Oltre che potente, questa é una puntata veramente importante. Forse la migliore, dall’inizio del telefilm, in quanto ad intensità e completezza.
Per cominciare si riparla di “Bred in the bone“, il libro di Brennan. Che sta andando bene. Il suo agente le ha persino regalato un’auto e l’ha esortata ad iniziarne un secondo. Apprendiamo che l’agente dell’FBI presente nel romanzo – e che Booth é convinto sia ispirato a lui stesso (come noi, del resto…) – si chiama Andy Lister.
C’é poi un poliziotto che si lamenta del fatto che i poliziotti, nel libro, sono monodimensionali. “Forse intendeva bidimensionali”, lo corregge Brennan.
Venendo alla sua ignoranza nel campo della cultura moderna, Brennan afferma di avere visto un film della trilogia di Star Wars all’età di 7 anni, ma appena uno pensa che per lei allora c’é speranza, ecco che ti scambia Colin Farrell con Will Ferrell.
Di Booth, in quest’episodio, si notano particolarmente le cravatte, una con delle carte da gioco sullo sfondo e un’altra con quella che sembra un’auto. Le cravatte bizzarre diventeranno presto una sua caratteristica unica, insieme ai calzini colorati, già spuntati qua o là nei precedenti episodi.
Scopriamo anche che Booth ha una cicatrice sul fianco destro. Se l’é procurata da bambino, giocando ai soldati con suo fratello Jared. Uhm…Quindi Seeley ha un fratello…Lo conosceremo mai questo Jared Booth?Sarà più vecchio o più giovane? Andranno d’accordo?
Una curiosità: Booth non conosce le unità di misura dei kg e dei metri. Ed aggiustando il videogioco dei fratelli adottivi del bimbo morto, dichiara di saper riparare qualsiasi cosa.
Apprendiamo anche molte, molte cose su Jack Hodgins, in questo episodio. Per dirne una: Zack abita con lui. Anzi da lui. O meglio nel suo garage. Agli attoniti Angela e Booth, il ragazzo racconta che Jack vive in una villa con campo da tennis e piscina e possiede dodici auto e una barca.
“Dev’essere uno di quegli Hodgins”, realizza Booth.
Quegli Hodgins sono quelli del Cantilever Group Hodgins, tra i maggiori sovvenzionatori del Jeffersonian Institute. Praticamente Jack, al Jeffersonian, é il capo. Quando si accorge che gli altri sanno, Jack chiede che per favore non venga detto a Brennan e a nessun’altro. Vuole essere solo sé stesso e non la propria famiglia. Angela e Zack collaborano. E anche Booth.
E’ il primo episodio in cui Booth infatti dimostra di aver iniziato a stabilire un rapporto di rispetto e, perché no?, di amicizia con gli Squints.
Ma arrivando a tematiche più serie, una grande protagonista di questo episodio é Angela. Che fatica davvero a confrontarsi con l’atroce caso del bambino ucciso.
Io sono un’artista“, dice. “Dovrei disegnare ragazzi nudi ed invece disegno ragazzi morti“. In un accorato dialogo con Brennan, confessa di aver resistito nel fare quel lavoro soprattutto a causa sua, della loro amicizia, ma ora non sa più se può ancora farcela. Sarà il dottor Goodman a convincerla a non desistere. “Lei é la migliore di noi, Miss Montenegro. Ridona alle vittime un volto, un’identità. Ci ricorda perché siamo qui, prima di tutto…per preservare la vita umana“.
Il caso é difficoltoso anche per Zack. Non ha mai lavorato su un corpo così piccolo. Ed é toccante la scena in cui compone le ossa del bambino nella bara: nel posare l’ultimo osso la sua mano trema. Il consiglio di Brennan é: “Metti il tuo cuore in una scatola”.
Sappiamo che per Brennan é un metodo che funziona, ma certo non é ideale per tutti.
Emerge anche un’altra verità sul passato di Brennan: dopo la scomparsa dei genitori, é dovuta entrare nell’inferno dell’affidamento, almeno fino a quando suo nonno é andato a riprendersela. Pare essere un’esperienza che l’ha segnata profondamente. Ciò la mette in conflitto con Booth sul modo in cui agire in questo caso, che ha proprio a che fare con gli affidamenti.
Un momento interessante é quello in cui Booth sottolinea che se vuole lavorare con lui deve rispettare la legge. Brennan ribatte che se non può rispettare la legge, per lo meno rispetta lui. Un punto importante per parecchi motivi. Sia per la valenza delle parole di Brennan, sia perché in futuro Booth stesso darà prova di essere refrattario a talune regole.
Ancora una volta, comunque, il conflitto contribuisce a cementare la fiducia fra loro e ad avvicinarli un po’ di più. E’ questo il segreto della chimica tra Booth e Bones.

Guarda chi si rivede…
Non occorrerebbero nemmeno presentazioni. Adam Baldwin, qui nel ruolo dell’agente Jamie Kenton, é apparso in decine e decine di film e telefilm famosi, ma i fans del Whedonverse lo ricordano soprattutto come Hamilton, uno dei cattivi della 5^stagione di AtS.
La canzone

Some of us” di Starsailor.
Fa da vibrante sfondo all’arresto del colpevole e a ciò che ne consegue, per riapparire poi, come un lieve sottofondo, nell’ultimissima scena, tra Booth e Brennan. Canzone perfetta per questo episodio.

La scena
Il momento in cui Brennan riesce a conquistare la fiducia del fratellino adottivo della vittima, nella sala interrogatori, carpendogli il nome dell’assassino. E’ una Brennan diversa dal solito, che disvela la fragilità che si porta dentro a causa del tempo trascorso nel circuito degli affidamenti, quando “ti facevano trasportare le tue cose in un sacco della spazzatura, proprio come se tutto quello che ti apparteneva fosse spazzatura“.
La battuta
Brennan: “Sapevo che non mi avresti resa una bugiarda
Booth: “Hmmm. E come lo sapevi?”.
Brennan: “Perché vuoi andare in Paradiso“.
Booth: “Ma tu non credi nel Paradiso“.
Brennan: “Però tu sì“.
Il mio parere
Dopo un episodio divertente e leggero come il precedente, questo, così ricco di pathos e di dolore, testimonia che “Bones” é uno show in grado di convincere in diversi registri. Come già detto, ritengo che questo sia uno dei migliori episodi dall’inizio della serie, anche per il modo con cui ha coinvolto tutto il cast, regalandoci scorci inediti della vita privata e dei sentimenti di tutti i personaggi.
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