L’episodio ai Raggi X

Dietro le quinte

Questo é stato l’ultimo episodio della prima stagione andato in onda nel 2005, prima dello hiatus per le festività.

Il caso

E’ il 23 dicembre: mentre al Jeffersonian si svolge il party aziendale, Booth porta a Brennan un corpo ritrovato in un rifugio antiatomico degli anni ’50. Disgraziatamente, a causa di una leggerezza di Hodgins, all’istituto scatta un allarme batteriologico e tutto il gruppo, compresi il dottor Goodman e Booth, rimangono bloccati in quarantena fino a che gli appositi esami non determineranno se sono stati contagiati oppure no.
Una puntata natalizia assolutamente insolita, con un caso dal sapore nostalgico e romantico e lasciato sullo sfondo per mettere in primo piano i personaggi, le loro vite, i loro sentimenti.
Uno degli episodi cult della stagione.

i PROTAGONISTI: evoluzione, particolari, dinamiche

Qual é il vero significato del Natale?
Costringi sei persone a rimanere in quarantena in un laboratorio a poche ore dal giorno di Natale e ti risponderanno. Non solo: verranno a galla segreti, tenerezze, confidenze. Si discuterà di religione e ci si chiederà scusa. E magari ci si troverà più simpatici di quel che si immaginava…
Mentre, per esempio, per Jack Hodgins il vero significato del Natale sta nel passarlo con una massaggiatrice tra le nevi del Quebec, per Zack Addy é tornare in Michigan, andare per i boschi a tagliare l’albero e quindi decorarlo con la sua numerosissima famiglia, tra fratelli, sorelle, zii e nipotini. Più o meno dello stesso avviso, é il dottor Goodman che ha una moglie e due deliziose bimbe gemelle di 5 anni con le quali é solito trascorrere festività all’insegna della migliore tradizione. In quanto ad Angela, il Natale rappresenta per lei una delle poche occasioni per trascorrere un po’ di tempo a tu per tu con suo padre, che é costretta a vedere molto poco. Il perché lo capiamo quando il suddetto padre viene a trovarla durante la quarantena: “Ragazzi, forse riconoscerete mio padre” avverte lei, infatti. “Ma preferisco non parlarne, grazie“. In effetti suo padre ha tutta l’aria di essere Billy Gibbons, un membro del gruppo musicale degli ZZTop.
Arrivando a Booth e Brennan…beh, per Booth il vero significato del Natale sta nel confronto con la propria fede e nel fare un bel regalo a suo figlio e passare delle belle ore con lui. Già. Colpo di scena: Seeley Booth ha un figlio. Il bimbo si chiama Parker e ha 4 anni. La madre é una certa Rebecca. Booth racconta a Goodman che avrebbe desiderato sposarla, ma che lei non ha voluto e quindi lui sente i propri diritti genitoriali molto fragili e vaghi. E teniamo presente che Booth – quest’episodio lo conferma – é fortemente cattolico: immaginiamo quindi quanto deve essere dura per lui avere un figlio al di fuori del matrimonio e di una famiglia tradizionale (durante una discussione sulla religione, una frase ironica di Brennan al proposito, infatti, chiaramente lo punge sul vivo). I rapporti con questa Rebecca sembrano invero piuttosto tesi. Al telefono, chiedendole che gli mandi Parker al laboratorio per poterlo almeno vedere, Booth mormora: “Non farmi implorare“. Questa frase ha molto colpito e rattristato i fans all’epoca della messa in onda americana e i forum si sono riempiti di speculazioni sul motivo per cui Rebecca potesse avere rifiutato Booth. Una risposta che questa 1^ stagione non ci ha dato.
Per Brennan…mmm, il Natale non ha alcun significato, apparentemente. Mentre gli altri si impegnano per rendere il laboratorio più natalizio, lei si dedica alle indagini sul corpo dell’uomo del rifugio antiatomico e si tiene in disparte, spargendo perle di saggezza e razionalità sull’improbabilità del mito della nascita di Cristo. Booth, in particolare, ne è urtato. Le rammenta che non per tutti si tratta di un mito. Ma la verità sulla chiusura di Brennan nei confronti delle festività va al di là del suo scetticismo di scienziata: scopriamo che i suoi genitori sono scomparsi poco prima di Natale. Attraverso un suo dialogo con Angela, emerge anche che Brennan ha un fratello maggiore, Russ. Il ragazzo, diciannovenne all’epoca della scomparsa dei genitori, aveva trovato i regali impacchettati che i Brennan avevano preparato per i figli e li aveva messi sotto l’albero per la sorella. Ma scendendo, la mattina di Natale, Temperance aveva creduto, nel vedere i pacchetti, che i genitori fossero tornati. Un secondo trauma, per lei, che l’aveva portata a scontrarsi col fratello, partito poi per andare a lavorare all’ovest. E lei era finita nelle case famiglia e in affidamento.
Ricordate il consiglio di Brennan a Zack, qualche episodio addietro? “Metti il tuo cuore in una scatola“. Forse Brennan ha messo il suo nel pacchetto dei suoi genitori, mai aperto, per non dover soffrire più. E questo Natale, prigioniera in laboratorio, attraverso il caso a cui sta lavorando ed il confronto con i tanti diversi approcci alla vita dei suoi compagni di reclusione, le consentirà di aprire quella scatola. Metaforicamente, appena un po’, con cautela, per quanto riguarda il suo cuore. Letteralmente per quanto riguarda il regalo dei suoi, conservato fino a quel momento intatto.
Per chiudere con alcune curiosità di vario genere:
– pare che Zack sia solito guardare le repliche di “Firefly”
– Brennan doveva trascorrere le festività in Nigeria (a lavorare?)
– Goodman oltre che capo del Jeffersonian é un archeologo
– Booth…sa fare gli origami. E’ doveroso chiedersi dove abbia imparato. E non dimentichiamo i suoi calzini e i suoi boxer natalizi.
Una menzione d’onore per l’Angelator che, anziché ricostruire olograficamente i volti dei morti, in questo episodio ricrea un albero di Natale addobbato, e per i monitor del laboratorio che rimandano l’immagine di un caminetto con il fuoco scoppiettante.
Aggiungo infine che, quando Brennan apre il regalo dei suoi, noi non ne vediamo il contenuto, ma solo il sorriso di lei. Quindi forse il vero significato del Natale é questo, se mi capite.

Guarda chi si rivede…

Come già detto, nel ruolo del padre di Angela (e di se stesso) appare Billy Gibbons del gruppo degli ZZTop.

La canzone

“Have yourself a merry little Christmas” cantata da Tori Amos.
Fa da delicato sottofondo alla scena in cui i famigliari e gli amici dei nostri eroi li vanno a trovare, parlando con loro attraverso una porta a vetri.
E ritorna nel dolce finale, in cui Brennan apre il vecchio regalo dei suoi genitori.

La scena

Un’altra di quelle scene citatissime nei video musicali.
E’ la notte della vigilia, al laboratorio in quarantena. Abbiamo Booth in canotta bianca (David Boreanaz e una canotta bianca… chi seguiva AtS sa cosa significa) e Brennan in canotta nera, l’uno di fronte all’altra, a discutere dell’uomo del piano di sopra. Vale a dire Dio.
Brennan non ci crede. Booth assolutamente sì. Da non perdere.

La battuta

Booth: “Non c’é niente come un fungo polmonare natalizio per unire le persone”

Il mio parere

Di norma gli episodi natalizi sono rischiosi. Tendono quasi sempre ad essere sdolcinati e straripanti di buoni sentimenti pre-confezionati. “Bones” mi pare si sia salvato dal cadere in questo stereotipo. Con la scusa del Natale e della quarantena, ci sono stati svelati retroscena e segreti delle vite dei protagonisti e non c’é stata nessuna magica epifania o redenzione. Solo qualche piccolo passo avanti, come nella vita di tutti i giorni. Con l’umorismo come condimento, che non guasta.
In America questo é uno degli episodi più amati e quello che di fatto ha incrementato i commenti e le discussioni e l’aggregazione dei fans.
Prima “Bones” era solo un nuovo show che cercava la sua strada, ma con questo episodio ha trovato quella del cuore e dell’attenzione del pubblico.

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