L’episodio ai Raggi X

Cambi di programmazione

Quest’episodio in realtà è il decimo, non l’undicesimo.

Il caso

Una donna viene trovata carbonizzata in auto.
Donovan, suo figlio, un bimbo di otto anni, è stato rapito.
Booth e Brennan devono liberarlo prima che sia troppo tardi.

i PROTAGONISTI: particolari, dinamiche, evoluzione

Temperance Brennan non vuole avere figli.
Lo ribadisce fermamente anche nella sua prima intervista televisiva.
E Booth le suggerisce, per le future occasioni, di non dire più che non le piacciono i bambini.
Lei puntualizza di aver detto che non ne vuole, non che non le piacciono.
In tv è la stessa cosa“, rimarca lui.
Lei non molla. Gli chiede come può aver avuto l’idea di far nascere un figlio in un mondo di cui conosce fin troppo bene il lato oscuro.
Ah, già… Ma Parker è stato un incidente, giusto?“, aggiunge poi.
Complimenti, Brennan. Viva la delicatezza.
Ma, tutto sommato, Booth deve averci fatto il callo. E’ sereno nella propria semplice risposta: “L’esistenza di Parker rende la mia vita migliore. Un giorno lo vedrai“.
Brennan continua ad essere sicura che non sarà così, ma io intanto penso che Seeley Booth mi piace. Proprio tanto.
La sua paternità peraltro lo pone al centro dell’episodio. E’ evidente quanto si senta coinvolto nella ricerca del bambino rapito. Ad un certo punto Brennan gli chiede se pensa che il piccolo possa essere già morto. “Voglio presumere che non lo sia“, replica lui. “Mi dà qualcosa in cui sperare e non da temere. Fatta la scelta, allontano la paura“.
Emergono anche particolari del suo passato nell’esercito. Apprendiamo che faceva parte del 75esimo Reggimento, il cui motto a quanto pare è “I Rangers indicano il cammino“. Che immagino significhi che i Rangers, nell’esercito, sono quelli che vanno avanti per primi e spianano la strada. Non mi sorprende. Coincide con quelle che sembrano essere le caratteristiche della natura di Booth.
C’è anche un accenno al suo ruolo di cecchino. I rapitori del bambino sono professionisti e lui sembra sapere come si muovono, come ragionano, quale luogo possono avere scelto come nascondiglio.
Ero solito fare questo tipo di lavoro“, dice a Brennan.
Quale? Salvare le persone?“, domanda lei.
O essere la persona dalla quale dovevano essere salvate“, precisa lui.
Già. Lo vorrei proprio vedere questo lato di Booth. Magari in un flashback. Il cecchino che non perdonava. Il Ranger che spianava la strada. E poi, ehi, Booth in divisa…
Va detto che mentre i nostri sono impegnati col caso, al Jeffersonian arriva una certa Samantha Pickering, che deve esaminare chi lavora all’istituto per il Dipartimento di Stato. Questo ci offre l’opportunità di scoprire qualcosa di più sugli Squints.
Angela per esempio ha cambiato 25 indirizzi in 6 paesi diversi in 8 anni (per osservare, principalmente, da artista) e si è sposata alle Fiji, durante una danza intorno al fuoco. Ma non credeva fosse legale. Angela ammette anche che non sempre le piace lavorare al Jeffersonian, anche se si sente realizzata e poi c’è Brennan, però… il mondo è così grande…
Zack invece, oltre ad essere laureando in antropologia forense, è anche a metà di un’altra laurea in ingegneria. Mentre Goodman pare invece conoscere una certa Lily Marsden, ambientalista finita in carcere più volte: la Pickering preme per sapere se ha una relazione sessuale con lei, ma Goodman afferma di essere fedele alla moglie e di essere un semplice amico della Marsden. La definisce una pazza, ma una pazza intelligente, mai noiosa.
A Jack, l’esame non viene fatto. Con suo enorme disappunto. Dato che qualche tempo prima un suo cugino è stato eletto ad un’alta carica del governo, il fascicolo di Jack è stato minuziosamente studiato. Ed è risultato innocuo.
Da qui nasce il disappunto di Jack. Lui non si sente innocuo. Si sente pericolosissimo.
Comunque sia, l’indagine della Pickering s’infrange contro… Temperance Brennan.
La Pickering la incalza chiedendole se, quella volta che è andata a Cuba, ha incontrato un tale Juan Guzman. Impassibile Brennan fa una telefonata… e alla povera Pickering viene ordinato di restare ad aspettare al Jeffersonian sino a che qualcuno verrà a distruggere i suoi appunti. (In questo punto mi è venuto in mente il dimenticabile “Rapimento e riscatto” con Russell Crowe e Meg Ryan e mi sono figurata una fanfiction au, dove l’antropologa Temperance Brennan finisce coinvolta in un mistero politico a Cuba e s’imbatte nel cecchino dell’esercito americano sotto copertura Seeley Booth…:-).
Alla fine dell’episodio, a caso felicemente risolto, Brennan chiede a Booth se sia ancora contento di essere padre. “Più contento oggi di ieri“, risponde lui.
E’ inutile. Quest’uomo mi piace.

La scena

Booth che libera il piccolo Donovan e per tranquillizzarlo gli dice “Paladino“, la parola d’ordine del bimbo e di suo padre, perché Donovan possa capire che Booth è lì per salvarlo.
Amo particolarmente il momento in cui Booth, con il bambino in braccio, appoggia la fronte contro la sua.
Del resto, appena poco prima, Cullen, il superiore di Booth, aveva commentato:
Paladino… Difensore della fede, protettore. Ti si addice, Booth“.

La battuta

Brennan: “Mi hai appena detto di non saltare alle conclusioni
Booth: “Senza offesa
Brennan: “No, hai ragione. Solo che di solito sono io a dirlo a te
Booth: “Il nostro rapporto ha preso una nuova svolta

Il mio parere

In America, dopo la messa in onda di questa puntata, sui forum ci fu chi disse che l’episodio confermava perché fosse stato scelto David Boreanaz per il ruolo di Booth. E concordo. David ci mette l’anima. E si vede. Lo spettatore lo percepisce.
E Booth… E’. E basta.
E’ un uomo. Un padre. Un poliziotto. Un soldato. Un compagno. Semplicemente. Punto. Ma nel senso più intenso di ogni termine.
Un altro dei miei episodi preferiti. Emotivamente drammatico, ma con dialoghi brillanti che ti strappano più volte un sorriso. Lo sceneggiatore, Noah Hawley, è da tenere d’occhio. E’ quello che ha scritto anche l’episodio del serial killer condannato a morte. Sembra uno con numeri notevoli.

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