Nelle puntate precedenti
Booth era stato preso in considerazione per una promozione che lo avrebbe portato a lavorare nella sede dell’FBI di Berlino, ma un membro del Congresso lo ha accusato di aver ucciso delle persone a sangue freddo durante i suoi anni da Ranger e questo ha fermato l’ascesa della sua carriera.
Nel frattempo, gli Squint stavano esaminando i resti di Foster, un appassionato di cospirazioni, che aveva scoperto una serie di materiali con cui qualcuno all’interno dell’FBI ricattava e teneva in pugno le personalità più influenti dello Stato.
Una volta che le indagini portano Booth ad ottenere una copia di quel materiale, lui si rende conto di essere diventato il nuovo obiettivo da eliminare e si prepara quindi ad uno scontro a fuoco che avviene all’interno della sua abitazione. Ferito gravemente, viene salvato solo dall’intervento inaspettato di Brennan.
Quella che non può essere evitata, però, è l’accusa di aver ucciso i tre agenti che erano venuti ad arrestarlo…
In questo episodio 10×01 “Le rivelazioni del cadavere”
Tre mesi dopo ritroviamo Booth ancora rinchiuso in carcere. L’unica cosa che lo mantiene in vita è l’amore per la sua famiglia: sia le guardie che gli altri detenuti, infatti, cercano in ogni modo di rendergli la vita un inferno. Intanto, al laboratorio, vengono portati i resti di Howard Cooper, morto sedici anni prima, e che potrebbe essere il punto d’origine dell’intera cospirazione.
Brennan incontra Booth in carcere: la donna si accorge subito dei maltrattamenti subiti dal marito. Christine è terrorizzata dall’idea di non poter rivedere più il padre. Anche Brennan ha paura ma è questa stessa paura che la porta a voler porre fine alle sofferenze del marito, che dice comunque di avere tutto sotto controllo.
Brennan va da Brady, il pubblico ministero che ha fatto incarcerare Booth. Grazie al materiale di Foster, ora nelle sue mani, l’antropologa è in grado di ricattare l’uomo chiedendogli in cambio di far rilasciare Booth. Grazie al coraggio della moglie, Booth è libero di uscire dal carcere, anche se non è affatto felice del rischio corso da Brennan.
Mentre al laboratorio Hodgins, Clark e la Saroyan sono impegnati a scoprire la vera causa della morte di Cooper, Brennan porta Booth nella loro nuova casa. La tensione è ancora alta, Booth è come un leone in gabbia, vorrebbe rimettersi subito al lavoro per scoprire chi c’è dietro alla sua sofferenza, deve sapere chi sta rovinando la fiducia che ha sempre avuto nelle istituzioni. Brennan cerca di farlo mangiare ma poi ricevere una telefonata dal Jeffersonian: deve tornare al lavoro.
Booth, nel frattempo, concentra tutte le sue attenzioni su Hugo Sanderson: Cooper è morto due settimane dopo aver negato un permesso di costruire un’azienda che fa parte della Sanderson Chemical. Al suo fianco c’è Sweets che lo rimprovera perché troppo concentrato sul lavoro e che gli fa notare che il suo unico interesse in questo momento sia la vendetta, non la giustizia.
Dopo aver parlato con Sanderson, Booth scopre di essere seguito: è James Aubrey, agente speciale dell’FBI, incaricato dal Bureau di seguire Booth per tenerlo lontano dai guai. Dopo uno scontro verbale con Stark, vice direttore dell’FBI, Booth riottiene pistola e distintivo.
Booth e Sweets vanno a casa dello psicologo per continuare ad indagare. Hanno appena iniziato a discutere nuovamente quando in casa entra Daisy, la squintern con la quale Sweets ha avuto una relazione on-off. La donna è in attesa del figlio di Lance e Booth dovrà fargli da padrino quando nascerà.
Booth e Brennan finalmente sono a casa da soli. Benché inizino a parlare nuovamente del caso e degli sviluppi relativi all’autopsia di Cooper, marito e moglie si guardano negli occhi e ammettono di aver sentito la mancanza l’uno dell’altra. L’inquadratura si allontana dal loro momento di intimità tanto attesa.
Brennan parla con Sweets a proposito di Booth, vuole un parere da amico e non da psicologo: i due, di fronte ad una tazza di caffè al Diner, convengono che tutto ciò di cui ha bisogno ora Booth è di ritrovare fiducia nell’istituzione per cui ha sempre lavorato.
Le indagini nel frattempo proseguono, Booth e Brennan vanno a parlare con il dottor Durant che ventuno anni prima ha curato Cooper per una caduta dalle scale. Al Jeffersonian però scoprono che il medico ha mentito riguardo a Cooper. L’uomo di difende dicendo di essere stato ricattato all’epoca e di aver falsificato i referti del pronto soccorso.
Brennan torna a casa dopo aver trovato segni di un’iniezione sui resti di Cooper, cosa che conferma l’omicidio. Trova Christine e il padre addormentati sul divano.
Arriva anche Aubrey con delle novità per Booth riguardo al caso. Viene fatto il nome di Jerold Norsky: era lui il capo della sicurezza dell’ospedale dove lavorava Durant. Aubrey continua dicendo che dopo aver scoperto Durant a rubare dei farmaci, Norsky è andato a lavorare per la Sanderson Chemical. In seguito a questa nuova rivelazione, Aubrey è stato rimosso dal caso per ordine di Stark.
I resti di Cooper vengono prelevati dal Jeffersonian: è evidente che qualcuno vuole che Brennan e gli altri smettano di indagare. Ma con un’abile mossa, il dottor Hodgins è riuscito a sostituire alcune ossa di Cooper con altre prese dal limbo. E la magia scientifica è fatta: il team scopre così che a Cooper è stato iniettato un antiacido che ha reso la sua chemioterapia standard letale. Aubrey, intanto, rintraccia Norsky: l’uomo, prima di finire in una casa di riposo, ha lavorato per la Sanderson, per i McNamara e per alcuni membri del congresso.
E’ ora di tirare le somme: Booth e Brennan vanno a parlare con Norsky, Sweets va alla Sanderson Chemical con un mandato per tutti i documenti relativi all’antiacido usato per uccidere Cooper.
Le cose con Norsky si complicano: egli afferma di essere stato ingaggiato da J.Edgar Hoover. Lavorava quindi per l’FBI e Booth e Brennan scoprono così che la cospirazione ha radici lontane. E’ noto infatti che Hoover aveva file segreti su politici, noti affaristi, attivisti politici e molti altri personaggi di rilievo dell’epoca. E mentre sono nel bel mezzo della chiacchierata con Norsky, arriva una telefonata: Sweets ha subito un’aggressione ed è grave.
“Dite a Daisy di non preoccuparsi. Si preoccupa troppo. Ho lottato, mi sono difeso. Saresti stato fiero, Booth. Il mondo è un posto migliore di quanto tu pensi.”
Queste sono le ultime parole pronunciate da Sweets, prima di morire circondato dai suoi due più cari amici. Brennan è in lacrime, Booth è attonito, si lascia cadere per terra in preda allo sconforto più totale.
Booth e Daisy accompagnano la salma al Jeffersonian per l’autopsia.
“Questo non è Sweets, questo è un insieme di resti che ci daranno l’uomo che ha ucciso Sweets.”
Sebbene le parole di Brennan possano sembrare dure, tutto il team sa che questo è l’unico modo per arrivare alla verità.
Riassunto a cura di: Cris
Immagini: Tizy