L’episodio ai Raggi X

Il caso

In un bosco vengono ritrovati i resti di una ragazza, lì sepolta da più di sette anni. I particolari riconducono ad Howard Epps, il serial killer nel braccio della morte che Booth e Brennan hanno salvato dall’esecuzione nella prima stagione. E questo è solo l’inizio…

I protagonisti: particolari, dinamiche, evoluzione

Rieccolo. Howard Epps.
Dalla terra di un bosco riemerge la sua quarta vittima (tra quelle numericamente accertate). E non solo. Come in un sofisticato gioco di domino, gli indizi sui resti ritrovati conducono ad un altro omicidio e ad un rapimento. Odierni. Opera di un emulatore. Peggio: di un complice di Epps.
Epps – Howie, come lo chiama Booth – che vuole ancora Temperance Brennan seduta di fronte a sé, nella sala degli interrogatori. Che vuole ancora confrontarsi con lei. E con l’agente Booth. Si diverte, Howie, a disseminare indovinelli, a sfidarli. A tenerli sulla corda. E ha in serbo più di una sorpresa.
In primis una moglie. Già, quattro mesi prima si è sposato. Con l’insipida, non più giovanissima, proprietaria di un salone di bellezza, Caroline. Una figura assai triste, se volete saperlo. Onestamente non capisco come possa essere una parrucchiera e gestire un salone estetico, perché non ne ha proprio l’aria. Piuttosto sciupata e dimessa, capelli scuri e lunghi dal taglio anonimo, una pressoché totale assenza di trucco. La classica bruttina stagionata.
Che con serenità inquietante assicura di non essere una di quelle pazze che si innamorano degli assassini in attesa di esecuzione. “Ovviamente è esattamente quello che lei è“, commenta Brennan, senza girarci troppo intorno.
In effetti… Questa Caroline vuole addirittura avere un figlio con Epps e, durante un suo dialogo con Angela, scopriamo che si è prestata a portargli in prigione riviste e dvd. Con le ragazze bionde e giovani che piacciono a lui. E che non le somigliano in niente.
C’è da dire che non assomigliano in niente nemmeno a Brennan. Eppure Epps dimostra una chiara fascinazione verso di lei. Secondo Angela lui si comporta come una sorta di boyfriend.
E’ evidente che lo affascini“, dice a Brennan. “Non può averti e non può ucciderti, quindi vuole fare in modo che tu odi te stessa“.
Brennan si stupisce. Chiede ad Angela che razza di boyfriends abbia mai avuto ed Angela glissa, ma… di base sono d’accordo con lei. Ci sono persone che, quando non possono possederne un’altra, non possono assoggettarla, tendono a cercare di distruggerla. E non è necessario che siano serial killer.
Nel nostro caso, Epps vuole indurre Brennan a sporcarsi , a sentirsi in colpa per le donne di cui lui causa la morte e che lei può non riuscire sempre a salvare. E si spinge oltre. Se, un anno prima, aveva fatto in modo di indurre Booth e Brennan a fermare la sua esecuzione, questa volta fa in modo che arrivino ad uccidere. E, anziché Booth, come si aspettava, è Brennan a farlo. Per salvare la vita del suo partner, Temperance Brennan uccide un uomo.
Il miglior risultato che Howard Epps potesse sperare di ottenere.
Intrigato, le chiede se si senta sporca, se abbia provato piacere.
Ma prima di affrontare la reazione di Brennan, devo fare un passo indietro e ricordare che quest’episodio è corale e riserva momenti interessanti un po’ a tutto il cast. Emergono specialmente Angela e Jack. Serpeggia fra loro un’atmosfera di crescente attrazione: Jack dimostra sempre maggiore coraggio nell’osare, con complimenti e sorrisi, e Angela raccoglie. Lo chiama anche Hodgie davanti a Brennan, suscitandone la curiosità. E lo aiuta, con il suo appoggio e la sua vicinanza, in un momento di tensione in cui il tempo scarseggia ed è necessario che Jack trovi in fretta un indizio per Booth e Brennan. Lui ce la fa grazie ad Angela, alla sua vicinanza.
Degno di nota, anche il fatto che Booth dica a Jack: “Sapevo che ci saresti riuscito per me, amico“. Questi due ne hanno percorsa, di strada, eh?
E a proposito di Booth, è capace di recarsi all’incontro con un serial killer indossando una cravatta rossa con stampata sopra una palma bianca, ma… l’avreste detto che le suore lo mettono in soggezione?
Deve parlare con una suora, nel corso dell’episodio e l’idea pare atterrirlo. E guardatelo, poi, come sta seduto rigido alla scrivania, di fronte a lei. La informa pure di essere un fervido credente e di andare in chiesa tutte le domeniche. O meglio : “Quasi tutte“.
Non sarà che il nostro Booth è stato a scuola dalle suore?
Potrebbe essere…
Occhio anche alla scena in cui deve dire, davanti a Zack e Brennan, che Epps, in prigione, si masturba. La presenza di Brennan chiaramente lo imbarazza. Se non altro, ora con Zack ci parla e non lo ignora più come prima.
Un personaggio fondamentale di quest’episodio, però, è Jasper. Chi è?
Beh, capita che Booth chieda a Brennan se abbia mai avuto un cane (i cani lo amano, dice lui), ma lei risponde di aver sempre desiderato un maialino. Sono molto intelligenti e, contrariamente all’opinione comune, puliti. Avrebbe addirittura già il nome da dargli: Jasper.
E Booth prende questa informazione molto a cuore. Da Jack veniamo a sapere che ha proposto agli Squints di fare una colletta per comprare il maialino a Brennan. E alla fine…
Sì, ritorniamo al finale. A Brennan che riflette in solitudine sulla realtà di aver ucciso un uomo e Booth che la raggiunge per starle vicino. Perché lui sa bene che “quando uccidi qualcuno c’è un costo da pagare. Un costo notevole“.
Quindi… quale momento migliore di questo per regalarle Jasper?
Attenzione. Jasper non è un maialino vero. E’ di plastica.
E quest’attimo tra loro è talmente adorabile che non si può descrivere.
Starai bene“, le mormora lui. “Assolutamente“.
Con un uomo del genere come amico e partner, ne sono più che certa.
Ma… non scordiamoci un particolare. Nell’ultimo dialogo con Epps, Booth gli dice: “Abbiamo finito con te. Non ci rivedrai mai più“.
Ed Epps risponde: “Sono abbastanza sicuro che ti sbagli, Agente Booth“.
Ci sarà da credergli?

Timeline e dintorni

Se ricordate le mie recensioni della prima stagione, rammenterete anche la vicenda di Howard Epps rappresentava una contraddizione nella timeline di Booth. La serie sosteneva che Booth lo avesse arrestato nel 1998, ma successivamente l’episodio 1×21 ci informava che presumibilmente Booth aveva partecipato alle operazioni militari in Kossovo nella primavera del 1999.
In questa nuova stagione, il tiro sembra essere stato leggermente corretto. Ora, facendo due conti, pare che Epps sia stato arrestato un anno dopo, proprio nel 1999.
La cosa continua a stridere, ma acquista un po’ più di credibilità, considerando che Booth potrebbe essersi congedato subito dopo i fatti del Kossovo ed essere entrato immediatamente nell’FBI. Epps potrebbe essere stato uno dei suoi primi arresti. Sebbene all’epoca Booth non potesse essere ancora un agente con la qualifica di “speciale”.
Sono solo ipotesi, naturalmente. Esiste sempre la possibilità, come già rilevai ai tempi dell’1×21, che Booth sia stato in Kossovo prima del 1999, in missione non ufficiale.

Guarda chi si rivede

Ritroviamo, nel ruolo di Howard Epps, il convincente Heath Freeman.
Un attore che non ha fatto molto, finora (ha partecipato al pilot di “Tru Calling” con Eliza Dushku ed a episodi sparsi di alcuni altri telefilm). Peccato perché sembra rivelare un certo talento.

La canzone

A fare da sfondo alla ormai mitica scena finale, c’è “It don’t matter to the sun” di Rosie Thomas.

La scena

Sono conscia di ripetermi, ma, ovviamente, quella finale. Brennan, Booth e Jasper.
Una delle scene più tenere di sempre tra i nostri due protagonisti. Una di quelle che ti fa diventare shipper della coppia tuo malgrado.

La battuta

Booth (parlando di Epps): “Bones gli ha rotto il polso“.
Brennan: “Mi aveva toccato con quelle sue inquietanti mani da serial killer“.

Il mio parere

Bellissimo episodio, che testimonia quanto la serie sia cresciuta e stia evolvendo. L’equilibrio è pressoché perfetto: un plot avvincente, un antagonista intrigante, che riesce a battere i buoni, e la tenerezza di Booth per Brennan, sottile, delicata, fra le righe, eppure sempre presente. Hawley è uno dei migliori sceneggiatori di “Bones”. Finora le puntate scritte da lui hanno sempre lasciato il segno. E questa è un’altra piacevole conferma.

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