Backstage

Con quest’episodio, “Bones” si ferma per la pausa natalizia del 2006. Tornerà a gennaio 2007, sempre il mercoledì. E saluta i fans con una puntata “speciale”, diretta da David “Fox Mulder” Duchovny. Per l’occasione tornano anche Loren Dean, nel ruolo di Russ Brennan e Patricia Belcher, in quello di Caroline Julian.

Il caso

Un caso di trent’anni fa che coinvolge agenti dell’FBI corrotti si intreccia alle minacce di oggi ai danni della dottoressa Brennan e di suo fratello. Compare anche un prete vecchio amico del loro padre e Booth rischia seriamente di perdere il lavoro.

I protagonisti: particolari, dinamiche, evoluzione

Allora, allora…
E’ una puntata importante… Da dove comincio?
Direi da Booth e Brennan.
Nell’episodio precedente il clima era teso e imbarazzato. Lui era a disagio per averle tenuta nascosta la relazione con Cam, lei si sentiva tradita per questo e ferita dall’ennesimo buco nell’acqua sentimentale. Possibile che l’abbraccio finale, seppur così bello, sia bastato a riportare il sereno?
Parrebbe così. Infatti in questa puntata Booth e Brennan sono tornati amici. Più di prima, direi. Sembrano quasi fidanzati.
Come mai ho questa impressione?
Farò qualche esempio. Russ, il fratello di Brennan, è venuto a trovarla. Lei gli offre ospitalità a casa propria e gli fa presente che in frigo ha della birra. “Non berla“, consiglia Booth a Russ. “Ha il sapore del cerume“.
Quindi lui l’ha bevuta.
Certo non è una novità che Booth passi da casa di Brennan e che a volte ci abbia anche bevuto o mangiato, ma in genere, nella prima stagione, lo aveva fatto in casi di emergenza. Da come si esprime qui, sembra che sia abituato a frequentare casa di Brennan, anche senza motivi particolari.
E più tardi, quando visiteranno l’appartamento della vittima, un ex agente dell’FBI, Brennan commenterà: “Questo posto è meglio del tuo. Dieci volte meglio“. Finora l’avevamo vista andare a casa di Booth una sola volta, l’anno scorso, ma anche nel suo caso il tono naturale della frase denota che ci è ritornata.
Già, questo però prova più che altro che la loro amicizia si è intensificata e in fondo lo sapevamo. Perché dunque dico che mi fanno pensare a due fidanzati?
Piccole cose.
Lui che la prende per un braccio per indurla a seguirlo e che lei che protesta ridendo: “Perché mi sembra sempre che tu mi stia rapendo?” e lo colpisce scherzosamente con un paio di schiaffetti sulla spalla.
Oppure lei che tenta di scassinare una porta chiusa a chiave e lui che, tutto tronfio e ammiccante, le dice “Lascia che ti mostri come si fa” e sfonda la porta con una spallata (sottotitolo: “Guarda, donna, quanto sono maschio”).
E altro ancora, gli sguardi, il modo rilassato che hanno di stare insieme, di sorridersi, di toccarsi… Si tratta di un subtext. Ma, per la sottoscritta, è un subtext al neon.
E si nota per tutto il corso della puntata, mentre gli eventi si accavallano a un ritmo serrato. Come già antipacito, la famiglia Brennan (aka Keenan) ritorna alla ribalta e devo congratularmi con gli autori per il mantenimento della storyline da una stagione all’altra. Se ricordate, nell’ultimo episodio della prima stagione, Russ aveva detto di uscire con una donna con due figlie. Ed ora ne abbiamo la conferma: la donna si chiama Amy, le bambine Emma ed Hailey. Quest’ultima pare che abbia problemi di salute. Russ tiene molto a tutte e tre, si porta dietro le loro foto, vorrebbe occuparsene. Ma si sente minacciato. E ne ha ben donde. Di nuovo, l’ombra del passato fuorilegge di Max e Ruth Keenan si allunga sul presente e sulle esistenze dei loro figli, mettendoli in pericolo. Qualcuno li tiene nel mirino e, per proteggerli, Max, dal limbo di latitante in cui si nasconde, uccide.
Così Brennan deve confrontarsi ancora una volta con la realtà di essere la figlia di un criminale e questo le crea un conflitto interiore, uno scontro tra il sentimento naturale di amore filiale e quello di rabbia per essere stata abbandonata e di sdegno di fronte ad una condotta umana e morale distante ed opposta alla sua.
In questo senso è interessante una discussione tra lei e Booth. Russ le ha presentato un amico di vecchia data di Max, Padre Coulter, e Brennan viene a sapere che Booth non le ha detto che il prete è stato messo sotto sorveglianza dall’FBI. Irritata, gli domanda perché non l’abbia informata e lui le rimarca che è suo dovere cercare Max e arrestarlo.
E credi che non ti aiuterò a farlo?“, ribatte Brennan.
Ma Booth ritiene che non dovrebbe chiederle aiuto in quel particolare frangente. Dopotutto Max è pur sempre suo padre. Lui non può imporle di contribuire al suo arresto.
Mi ha abbandonata“, commenta amaramente lei. “Ed è la cosa migliore che si possa dire di lui“.
Booth le dà una risposta inaspettata. “Tuo padre vive secondo un determinato codice e parte di questo codice consiste nel difendere la propria famiglia con ogni mezzo necessario“.
Sino ad uccidere?
Brennan non ci sta. E’ inaudito. Forse Booth rispetta suo padre?
Sto solo dicendo che, nel suo mondo, è un uomo molto onorevole“.
Ridicolo“, esclama Brennan. “C’è un solo mondo ed è questo“.
Però ora è Booth a non starci. E la sfida sul suo stesso terreno. “Questo mondo sarebbe quello in cui sei arrabbiata con me perché cerco di catturare tuo padre o quello in cui vuoi che venga catturato?“.
Ostinata, lei obbietta: “Nessuno dei due“.
Altrettanto ostinato, lui replica: “Devi sceglierne uno“.
Entrambi“, si contraddice Brennan esasperata.
Poi vengono interrotti, ma questo dialogo rappresenta perfettamente la confusione di Brennan riguardo a ciò che deve provare o non provare per suo padre. Nonché la confusione di Booth, diviso tra il proprio istinto di tutore della legge e l’altro istinto, che, anziché la legge, lo spinge a tutelare il cuore e gli affetti della sua partner.
A questo punto dell’episodio, le cose si sono ulteriormente complicate. Sono emersi indizi che hanno ricondotto alla possibilità di uno o più agenti federali corrotti. Sia Booth che il pubblico ministero federale, Caroline Julian (sì, lei, il simpatico personaggio che abbiamo conosciuto l’anno scorso, quando raggiunse Booth e Brennan a New Orleans) stanno rischiando la carriera per aver pestato i piedi sbagliati. Anzi, Booth è stato sospeso, senza pistola (ma ha la sua personale) e (con suo enorme rammarico) senz’auto.
E Russ sparisce. Nell’appartamento di Brennan, dove lei lo ospitava, c’è solo un’enorme pozza di sangue. Talmente tanto che chi l’ha perso deve per forza essere morto. Malgrado il dettaglio spaventoso, questa è una delle scene più belle della puntata. Convinta che quel sangue appartenga al fratello, Brennan è piegata dall’orrore e cerca rifugio in Booth. Si getta fra le sue braccia, affonda il volto nel suo petto. Naturalmente lui la stringe e la conforta.
E dopo, in auto, lei mormora: “Non dovrei lasciarmi abbracciare da te ogni volta che mi spavento“.
Mi spaventerò anch’io e allora ti abbraccerò. Consideriamoci pari“, ribatte Booth. E molti fans si sono chiesti quando e se arriverà il momento in cui lui avrà paura…
Come già scritto, Booth viene anche sospeso dall’FBI e l’intera squadra di squints si mobilita per aiutarlo. E dato che li ho citati, ne approfitto per aprire una parentesi su di loro: cosa capita agli squints in questa puntata? Ci sono novità?
Nessuna per Jack e Angela. Per Zack, invece, sicuramente sì. Finalmente ottiene il suo dottorato e anche la possibilità di restare a lavorare al Jeffersonian. Anche se per farlo, deve modificare in toto il proprio look. Comprende infatti che nessuno lo prenderebbe sul serio, specie in tribunale, dove dovrà testimoniare più spesso, con quella sua aria da eterno ragazzino arruffato. Così taglia i capelli (Jack lo definisce un taglio di capelli “fascista”) e indossa un serioso completo giacca e cravatta. Veniamo a sapere che di secondo nome fa Uriah. La scena è molto carina, specie quando Brennan lo abbraccia di slancio: lei ha sempre avuto un debole per Zack, è palese che rivede in lui se stessa, con genialità ed handicap sociali annessi.
Zack può imparare tutto“, dice a Cam per convincerla ad assumerlo.
E tu, Brennan? Puoi imparare tutto anche tu?
A proposito di Cam… Adesso Brennan sa della sua relazione con Booth. I due sono quindi più sereni e spontanei in pubblico?
Uhm… no. Se Booth e Brennan assomigliano a due fidanzati, Booth e Cam ricordano a malapena due colleghi. Soprattutto non si toccano. O meglio, Booth non tocca Cam. Mai. A parte la scena di letto che hanno avuto nell’episodio 2×05, non ricordo di averlo mai visto anche solo allungare un dito verso di lei. Mentre non ha nessuna difficoltà a “mettere le mani addosso” a Brennan, sulla schiena, sul braccio, sulle spalle. Capita di frequente, con Cam mai. A volte, come è accaduto nell’episodio 2×07, Booth pare scordarsi dell’esistenza di Cam, del presunto rapporto che ha con lei. E qui, una scena emblematica lo prova senza lasciare troppo spazio alle interpretazioni: Cam sta dando a Booth il risultato di un’analisi, sono in un angolo relativamente deserto del Jeffersonian, e parlando lei gli sistema il colletto del giubbotto. E’ un gesto affettuoso, intimo. Che meriterebbe di essere ricambiato, quantomeno con una piccola carezza, per far capire che è stato recepito e gradito. Ma Booth pare notarlo appena, scivola su di lui come acqua. E pianta in asso Cam, correndo a cercare Brennan che se n’è andata da sola dall’istituto.
D’accordo, è preoccupatissimo per la sua partner e ha ragionissima ad inseguirla, però ciò non toglie che Cam è la donna con cui ha una storia e un uomo di solito sensibile come lui dovrebbe essere almeno capace di un sorriso o di una breve tenerezza nei suoi confronti…
Ottima regia, tra l’altro, perché Cam, che resta immobile, con le mani in tasca, a guardare Booth che si allontana ignorandola, rende bene l’idea di come lei probabilmente in quel momento si senta invisibile ai suoi occhi.
Qualcuno mi ha detto di non riuscire a concepire un Booth così “maleducato”… Onestamente trovo che il termine “maleducato” non c’entri. Significherebbe che il comportamento di Booth è premeditato, voluto, e non lo credo. Secondo me la spiegazione è molto più semplice e logica: la mente (e il cuore) di Booth sono talmente saturi della presenza di Brennan che non c’è spazio per quella di altre donne. Presto o tardi esse scompaiono dalle sue sinapsi e dalla sua sensibilità. Il suo errore sta nel non rendersi conto di questo.
Ma chissà, prima o poi…
Ritornando all’argomento principale dell’episodio, mentre Booth, per cercare Brennan, si fa prestare la macchina da Caroline Julian (e vorrei far notare che l’auto di Caroline ha il volante leopardato…), Brennan incontra privatamente Padre Coulter che… beh, in realtà è proprio Max, suo padre, con il volto modificato da una plastica facciale. E’ lui stesso a rivelarsi, raccontandole un aneddoto della sua infanzia, quando, dopo essere stata spaventata dal fratello Russ, lei lo aveva mandato al tappeto colpendolo con la sua bambola, Chatty Cathy (Cathy la chiacchierona, perché poteva parlare grazie a un filo sulla schiena). “Nessuno spaventerà più questa ragazza“, aveva detto Max alla moglie e Ruth aveva risposto: “E’ come te, Max, è proprio come te“.
Lui lo ripete, ora, alla figlia ritrovata: loro non sono come la povera Ruth o come Russ. Loro vedono il mondo in bianco e nero. E, ascoltandolo, non si può non ripensare alla discussione di lei con Booth, sull’esistenza di un solo mondo.
Un mondo che, a dispetto della disperata autodifesa di Brennan, va invece sempre più scomponendosi in svariate dimensioni difficoltose da allineare e far coesistere. Nello stesso istante in cui ritrova il padre, Brennan lo perde di nuovo e perde anche il fratello. Perché Max deve riprendere la sua vita di latitante e Russ (che sta bene, il sangue nell’appartamento della sorella non era suo) lo segue per salvarlo, compromettendo la propria esistenza. Ha già violato la libertà vigilata per venire a Washington, ora dovrà darsi alla macchia, rinunciando alla compagna e alle sue bambine.
Al medesimo tempo Brennan tenta di rispettare le regole, di bloccare il padre, ma non ci riesce e i suoi grandi occhi sconvolti testimoniano lo sgomento e anche la commozione per le accorate parole di commiato di Max. Sincere, nonostante la situazione. Le dice una cosa significativa: “Se trovi qualcuno di cui poterti fidare, tientelo stretto. Ricordalo“.
Significativa perché subito dopo arriva anche Booth, sull’auto di Caroline (che finisce sfasciata). Osservate bene Max: sta per fuggire, salendo sul fuoristrada di Russ, eppure si blocca, guarda Booth con un vago sorriso. Sembra quasi “compiaciuto”. Punta un dito verso di lui e proclama: “Prenditi cura di lei!”.
Papà ha scelto, Brennan, papà approva!!!
E ha ragione. E’ come sempre la mano di Booth a posarsi sulla spalla di Brennan, è il suo sguardo carezzevole a consolarla. Sempre e comunque.
E qui mi aggancio alla bellissima scena finale. Brennan e gli squints sono al Diner a festeggiare l’assunzione ufficiale di Zack e Booth, di nuovo reintegrato nell’ FBI, compare sul marciapiede, accenna a Brennan di raggiungerlo fuori. Ci sono le prove che Max ha ucciso di nuovo. Per proteggerla, certo, ma ha comunque ucciso. Il direttore dell’FBI, nientemeno. Corrotto.
Sai, quello che mi dispiace“, le mormora Booth, “è che tu debba passarci di nuovo. Vedere la tua famiglia che se ne va, che ti lascia indietro. Mi dispiace“.
Che dolce. Gli dispiace sul serio.
Sono una di quelle persone che non possono fare parte di una famiglia“, commenta amara Brennan. E Booth le prende il mento con le dita, la costringe dolcemente a guardarlo. “Ascolta, Bones, ehi… C’è più di un tipo di famiglia“.
Wow. Grande battuta.
Trovo che questa scena sia sbalorditiva e rivelatrice.
Mostra i due lati di Booth. Due lati coesistenti come i diversi mondi che Brennan vorrebbe negare. Due lati di cui lui è probabilmente del tutto inconsapevole. C’è l’uomo tenero e sensibile che conforta e rassicura la sua partner con rara profondità d’animo. E al contempo l’uomo distratto che si scorda che nel bar di fronte c’è la donna con cui esce e che può sicuramente vederlo dalle vetrate.
Vederlo in un atteggiamento ben poco amichevole.
Un amico non consola un’ amica standole a pochi centimetri di distanza e fissandola a lungo come se… Come se volesse baciarla. Booth oscilla in avanti, addirittura. Di poco, ma è come se l’istinto lo spingesse verso ciò che ancora non ammette di desiderare.
Poi… naturalmente… Zack batte le mani contro la vetrata del Diner e fa segno loro di entrare. Caro Zack… Credo che in tanti lo abbiano ferocemente odiato, in quel momento.
Ok. Basta. Sono stata sin troppo prolissa.
Ma questo è veramente un puntatone, gente, da vedere e rivedere. E di cui parlare e riparlare.
Non perdetevelo.

Guarda chi si rivede

E’ un’autentica star quella che dà volto a Max Keenan, il padre di Brennan. Ovvero Ryan O’Neal. Per lui non dovrebbero occorrere presentazioni. E’ passato alla storia come protagonista del leggendario “Love story” (film che i miei genitori videro la sera della nozze) e di “Barry Lindon” di Stanley Kubrik, ma anche per “Paper Moon”, con la figlia Tatum, allora bambina.
Vita sentimentale travagliata, vari figli e, a quel che ho letto, anche una leucemia, ora in fase di remissione. Era un uomo bellissimo ed è tuttora molto affascinante. Perfetto per il ruolo.
Altra presenza d’eccezione in questo episodio cult è quella nientemeno che di Kathy Reichs. Già, proprio lei, la scrittrice e antropologa forense alla cui vita si ispira la serie. Appare all’inizio, fra i membri della commissione d’esame di Zack.

La canzone

Indimenticabile. “Running up that hill”, vecchia canzone di Kate Bush, qui in una splendida versione cover dei Placebo, nel montaggio di scene prima del finale.
Segnalo anche il brano della scena d’apertura, la suggestiva “Sea Lion” di Sage Francis.

La scena

Quella finale, ovviamente. Una delle più amate e citate nei video musicali, nei wallpaper, negli avatar. Booth e Brennan vicinissimi, le dita di lui che sfiorano delicatamente il mento di lei. La luce che li illumina è bellissima, lievemente pastellata. Onore a Duchovny, ha saputo esaltare il momento e la bellezza e l’intensità degli sguardi di David e Emily.
Indimenticabile.

La battuta

Brennan: “Mi serve una pistola“.
Booth: “No, non ti serve. Hai me. Sono io la tua pistola“.
(Ok, in italiano suona vagamente a doppio senso, ma vi assicuro che in lingua originale è d’effetto).

Il mio parere

Credo che si sia capito che quest’episodio mi è piaciuto tantissimo.
Ho molto apprezzato la regia di David Duchovny, la sceneggiatura di Hanson, il ritmo serrato, le scene intense e da antologia. E approvo O’Neal nel ruolo di Max.
La serie sta crescendo di puntata in puntata. E ugualmente sta crescendo il rapporto tra Booth e Brennan. Tanto che il “punto di rottura” è probabilmente vicino: due persone non possono restare semplicemente amiche quando raggiungono livelli di intesa di tale intensità… Ma quando il giro di vite giungerà sarà in negativo o in positivo?

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