Backstage

Un paio di giorni dopo la messa in onda di quest’episodio, nel febbraio 2007, viene annunciato ufficialmente il rinnovo di “Bones” per la terza stagione. Felicità dei fans in tutto il web!

Il caso

Un uomo molto ricco viene trovato morto nella propria villa. Un caso piuttosto banale che acquista spessore grazie al coinvolgimento personale e diretto di Hodgins. Ci sono anche scene di tribunale.

I protagonisti: particolari, dinamiche, evoluzione

Dunque… Anche questo è un episodio atipico, rispetto a quelli classici della serie. Nonostante, infatti, Booth sia ritornato al lavoro, lui e Brennan appaiono insieme in poche scene. Booth porta avanti l’indagine pressoché da solo e il caso apparentemente non richiede la presenza di Brennan nè al suo fianco, nè in laboratorio.
Di fatto i momenti più importanti di Booth, in questo episodio, sono condivisi con il dottor Wyatt e con Jack.
Booth sta infatti proseguendo gli incontri con lo psicologo, sebbene ci tenga a precisare con tutti che non si tratta di terapia, ma di una valutazione ufficiale.
Sia quel che sia, Booth porta letteralmente addosso i segni di questa presunta valutazione: le sue cravatte bizzarre, le fibbie di cintura stravaganti e i calzini coloratissimi sono infatti spariti, a favore di un abbigliamento più rigoroso.
Brennan commenta che la sua cravatta è noiosa, sembra che l’abbia scelta J. Edgar Hoover (il fondatore dell’FBI).
Booth le ripete ciò che gli ha già spiegato Wyatt nell’episodio precedente: certi accessori sopra le righe rappresentano una sorta di ribellione silenziosa che lo aiutano a reprimere altri impulsi. Secondo lo psichiatra, questi impulsi hanno bisogno di risalire in superficie.
Non sono il tipo d’uomo che ha qualcosa da nascondere“, proclama Booth con Wyatt.
Spesso, quando le persone dichiarano ciò che non sono, invariabilmente è proprio così che sono, invece“, replica Wyatt.
Bella frecciata, Wyatt.

Nella faccenda degli impulsi repressi finisce in qualche modo coinvolto anche Jack, il quale conosceva Terence Bancroft, la vittima, di cui, un tempo, era stato amico. Anzi aveva proprio avuto una storia con Clarissa, divenuta poi moglie di Terence.
Jack però decide di nascondere questo particolare perchè non vuole essere rimosso dall’indagine e quindi sottrae una foto che li ritrae insieme da una cornice prelevata come prova dalla scena del delitto. E’ una cosa grave, ovviamente, e la finzione non dura a lungo. Booth impiega ben poco a scoprire la verità e s’infuria. Poche volte l’avevamo visto così arrabbiato.
Perché? Come mai?
Accusa Jack di comportarsi da ricco che si fa le proprie regole… ma quante volte lui ha fatto lo stesso? Non ha forse sottratto anche lui una prova dal luogo di un delitto per proteggere la sua partner? Non ha forse spinto la donna con cui usciva a saltare le regole per lui?
Probabilmente il problema è proprio questo: gli impulsi repressi di cui sopra. In un momento diverso, forse Booth avrebbe compreso Jack, mentre adesso è giunto al punto di rottura, i suoi nervi sono scossi e mantenere il controllo non è più così facile. Specie ora che non può più ribellarsi silenziosamente attraverso gli accessori…
Wyatt gli chiede infatti se abbia sperimentato esplosioni di rabbia e Booth gli racconta di Jack. Fanno quindi un interessante discorso sull’infrazione delle regole, sul fatto che ognuno, Booth, Jack, si ribella secondo la propria natura.
Io aggiungo una riflessione puramente personale, in cui la parola chiave è proprio “regola”.
Booth è un uomo con un’intrigante contraddizione interiore: è portato a cercare di fare sempre la cosa più giusta, ma al contempo tende anche alla ribellione. E ora ha deciso di fare una nuova cosa giusta: mantenere la sua partnership con Brennan entro i limiti di sicurezza. Ha creato una linea da non superare. Una regola. L’ennesima, per lui, il ribelle silenzioso.
C’è da capire come mai sia tanto frustrato…

Nota a parte: in questo dialogo con Wyatt, viene detto che Booth è cresciuto a Pittsburgh. Un momento… ma nell’episodio 1×22 non era stato detto che veniva da Philadelphia? Un errore? Ho cercato di trovare una spiegazione. David, per esempio, è nato a Buffalo ma la sua famiglia si è trasferita a Philadelphia quando lui aveva sette o otto anni. Potrebbe valere lo stesso per Booth? Nato a Philadelphia ma cresciuto a Pittsburgh?
Staremo a vedere se gli autori ci daranno ulteriori informazioni…

Cos’altro aggiungere su Booth?
Per esempio, come vanno le cose tra lui e Cam, dopo che hanno rotto?
Nello scorso episodio non si sono nemmeno incontrati… In questo?
Si incrociano più di una volta e appaiono piuttosto sereni. Una sola scena, fra loro, è significativa. Stanno parlando con Zack del caso e sono in sintonia, le loro mentalità da poliziotti funzionano sempre bene insieme e Booth rivolge a Cam uno sguardo prolungato, difficile da classificare. Come se le stesse ponendo una domanda inespressa. Del tipo “tutto bene? siamo ancora amici? possiamo esserlo?”.
Dei due, Cam è quella più chiaramente a disagio, ma è un attimo molto breve, poi l’indagine prende il sopravvento. Pare però che non abbiano troppe difficoltà a lavorare fianco a fianco.

E Brennan?
Sta continuando a vedere Sully, ma è un po’ perplessa, perché dopo quattro appuntamenti, lui ancora non ha fatto alcuna mossa.
Sully la invita a guardarlo giocare a basket (parrebbe che vada molto fiero del proprio fondoschiena e dei pantaloncini portati a vita molto molto bassa) e Brennan chiede delucidazioni ad Angela. Fosse per lei passerebbe all’azione per prima perchè trova l’attesa troppo passiva, ma Angela le consiglia, per una volta, di comportarsi da ragazza, di godersi il corteggiamento di Sully e vedere dove porta.
Anche Sully ha bisogno di consigli. E a chi li chiede?
A Booth, naturalmente.
Questa è una scena breve ma interessante. Dice qualcosa di Sully e suggerisce qualcos’altro di Booth.
Sully infatti ritiene che Brennan sia un tipo con cui bisogna andare piano, ma vuole che Booth gli spieghi quanto.
Posso intervenire? Secondo me il nostro sono-bravo-in-tutto-Sully non ha capito una beata fava.
Cioè, è vero che con Brennan bisogna andarci piano, però non nel senso che intende lui. Il che è comprovato non solo dal precedente dialogo tra Brennan e Angela, ma anche perché sappiamo bene che, per quanto riguarda il sesso, Brennan non ha mai sofferto di particolari “lentezze”.
Con lei bisogna essere cauti a livello emotivo. E chiaramente lei e Sully non sono certo ancora arrivati a quello stadio.
Booth comunque non collabora: secondo lui gli uomini non chiedono consigli su certe cose e non intende aiutare Sully a portarsi a letto la sua partner.
Perché no?“, insiste l’altro. “Non è come se la volessi anche tu… Un attimo… La vuoi?“.
Ecco, questa volta, magari, la foglia Sully l’ha mangiata…
Non conta molto quel che risponde Booth, è il solito copione del “siamo solo partners”, ma non perdetevi il suo linguaggio del corpo: la mascella gli freme, è a disagio, si infila persino il dito nel colletto della camicia.
Ecco perché sei in terapia“, sghignazza Sully. “Hai i bollori per la tua partner!”.
Non è una terapia“, obbietta Booth. “E’ una valutazione ufficiale. C’è una grossa differenza“.
Avete notato che ha obbiettato solo alla questione della terapia e non a quella dei bollori?
Personalmente credo che a questo punto Booth sia consapevole di essere attratto da Brennan e, sempre considerate le riflessioni fatte due puntate fa, secondo me lo considera sbagliato e sta lavorando cocciutamente ad una maniera per correggere il tiro e rientrare nei ranghi.
Ma torniamo a Brennan e Sully. Lei va a vederlo giocare a basket (e qualcuno che se ne intende mi ha detto che Eddie McClintock non sa giocare affatto) e dalle chiacchiere delle fidanzate degli altri giocatori scopre che il soprannome di Sully è Peanuts, ovvero Nocciolina, e lui non vuole mai fare la doccia con gli altri, dopo la partita. Problemi di… dimensioni?
Questa è la conclusione che trae Brennan. E sul serio Sully non si lava, dopo la partita. A Brennan dice che non suda molto (?!).
Lo confesso: se non mi era piaciuta quella del parlare a bocca piena, questa mi ha definitivamente spedito Sully sotto le suole delle scarpe. Qualsiasi cosa ma non l’igiene. Non toccatemi l’igiene personale. Se un uomo invita fuori una donna, per me deve essere pulito. Mi pare il minimo sindacale richiesto.
E’ comunque divertente assistere al tentativo di Brennan di far capire a Sully che le dimensioni del suo organo sessuale non le interessano (siamo sicuri? e la storia della grande pistola? Freud avrebbe di che constestare…).

Nel frattempo il caso della puntata finisce in tribunale.
Come è già accaduto nella prima stagione, nell’episodio 8, Hanson & C. si sono presi una bella licenza poetica dalla realtà, accorciando di parecchio i tempi giuridici. Poco male, dato che questo ci consente di rivedere, con estremo piacere, l’avvocato Caroline Julian. Sempre simpatica, sempre con le battute giuste. Veniamo anche a sapere qualcosa in più della sua vita personale: era sposata con l’avvocato della difesa e ha una figlia al secondo anno del M.I.T.
Caroline non si smentisce. Si è accorta che il gruppo del Jeffersonian ha qualche problema e li rimbrotta come scolaretti delle elementari: “Voialtri dovete rimanere uniti, è chiaro? Tu, Booth, e voi scienziati androidi avete qualcosa di veramente speciale, ma lo state perdendo, facendo cadere serial killer giù dai balconi, rivelando i nomi dei sospettati a padri vendicativi, sezionando teste prima del momento opportuno rimanendo avvelenati, saltando per aria per prendere cose che non dovreste, togliendo fotografie dalle cornici, sfasciando un’auto in ottime condizioni senza alcun valido motivo… Riprendetevi! Iniziate ad usare le vostre enormi teste! Questo è il mondo reale!”
Rimprovera tutti tranne Brennan, avete notato? Anche se è lei che guarda quando accenna alle teste enormi.

Ma tiriamo le somme.
Il caso viene risolto, Caroline vince in tribunale, Booth ha il permesso di Wyatt di ricominciare ad indossare accessori stravaganti e le dimissioni che Jack ha presentato vengono stracciate. Lui le aveva rassegnate per Booth:
Ho pensato che con un tipo come te, le mie dimissioni avrebbero rimesso a posto le cose tra noi”, gli dice raggiungendolo al Diner. “Dobbiamo discuterne ancora?“.
Il perdono di Booth è molto virile: “Cosa siamo… ragazze? Una fetta di torta per il mio amico“.
Una scena davvero carina. Spero che il rapporto tra Booth e Jack continui ad essere coltivato.
Brennan invece decide di passare ai fatti con Sully e la mattina dopo si presenta al lavoro con lui, baciandolo davanti ad Angela, raggiante di soddisfazione. Viene fuori che i nomignoli dati tra i federali seguono strani criteri: un tipo grasso viene chiamato “piccoletto”, uno calvo “riccioli d’oro”, per cui… se Sully viene chiamato “nocciolina”…
Non gli piace fare la doccia con gli altri“, spiega Brennan, “perché diverge dalla normale, quantificabile morfologia“.
Ellamiseria!! E chi sarà mai? L’uomo-carabina?
Lo ammetto, questa cosa non mi ha particolarmente convinta. Da quando in qua un maschio si vergogna delle proprie dimensioni di grosso calibro di fronte agli altri maschi?
Mah…
A proposito di soprannomi, quale sarà quello di Booth?
Angela e Brennan glielo chiedono e lui risponde con un “Perché? Cosa avete sentito?“.
Caspita. Peccato che non ce l’abbiano rivelato.
Booth è tornato al suo meglio e sfoggia dei calzini psichedelici. Dice a Brennan che ha scoperto che lo aiutano ad affrontare l’irritazione di avere a che fare con persone più privilegiate.
Seguendo il suo precetto secondo cui i partners dovrebbero dirsi tutto, Brennan invece, serena e pacifica, lo informa di essere stata a letto con Sully.
Lui si mantiene abbastanza impassibile, replica che non sono fatti suoi.
Siamo partners e tu mi hai parlato dei tuoi calzini“, ribatte Brennan e Booth fa una battuta purtroppo intraducibile in italiano: “Sesso, calzini, praticamente la stessa cosa“, che in realtà si riferisce alla somiglianza delle parole sesso (sex) e calzini (socks).
Lei, tutta luminosa, esce dall’ufficio e Booth borbotta: “Ho bisogno di una cravatta più sgargiante“.
Splendida chiusura.
Chiarisce come la notizia che gli ha dato Brennan abbia aumentato l’rritazione verso chi ha qualcosa più di lui (Sully).
Booth… Booth… Mi sa che una cravatta non ti basterà.
Dimenticavo: Wyatt ha detto a Booth che le fibbie delle sue cinture sono provocatorie perché obbligano a guardare l’inguine… mmm, fossi in voi presterei attenzione alla cintura che Booth indosserà dalla prossima puntata…”.

Guarda chi si rivede

Nel ruolo di Clarissa Bancroft, appare Meredith Monroe, che ha fatto parte del cast di “Dawson’s Creek”, interpretando Andie. Qualcuno l’avrà riconosciuta anche in “Criminal Minds”, dove è la moglie dell’Agente Hotchner.

La canzone

Verso la fine, segnalo la suggestiva “Tears and laughters” di Jonathan Czerwick.

La scena

Più che una scena, una serie di situazioni, quelle che ruotano intorno al nome del dottor Wyatt. Booth ha preso a chiamarlo “Gordon Gordon”, perché ogni volta che si presenta dice “Sono Gordon, Gordon Wyatt“.”Come James, James Bond“, nota Brennan.
Booth cerca di spiegarle che sarebbe “Bond, James Bond”, ma poi rinuncia.
E durante un incontro chiede a Wyatt del perché di questo strano modo di presentarsi (se vedrete la puntata in originale, ascoltate come imita l’accento inglese dello psicologo).
Alla fine Wyatt lo accontenta:
Cosa diresti se ti dicessi che il mio nome è davvero Gordon Gordon Wyatt? Che il mio secondo nome è uguale al primo?“.
Booth non ha parole. Voi?

La battuta

Brennan: “Alle donne non interessano le dimensioni dell’organo sessuale“.
Sully: “Nostro o vostro?”

Il mio parere

Continua ad essere un po’ strano e fastidioso per me vedere Booth e Brennan così separati, ma un pregio di questi episodi è che, a discapito della storyline di Brennan e Sully, si concentrano molto su Booth. Il che non può certo dispiacermi. In questa puntata, mi sono piaciute molto la sua controversa interazione con Jack e naturalmente le scene sempre deliziose con Wyatt, ma anche l’indagine condotta da solo, in cui l’ho trovato padrone di sé, del proprio mestiere, della propria intuizione di investigatore. Sexy!
Su Sully non ho molto da aggiungere: il mio giudizio non si è modificato.

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