Backstage

La terza stagione di “Bones” inizia il 25 settembre 2007, alle ore venti del martedì, in coppia con “House” e nonostante il cambio di giorno, parte con buonissimi ascolti. Da quest’anno, sia David Boreanaz che Emily Deschanel sono co-produttori, e sono previste varie apparizioni di Ryan O’Neal e Patricia Belcher, rispettivamente nei ruoli di Max Keenan e Caroline Julian.

Il caso

Un teschio sfonda il parabrezza di un’auto che sta passando sotto un cavalcavia. E’ solo l’inizio di una serie di scoperte agghiaccianti che porterà Booth, Brennan e il team del Jeffersonian a confrontarsi con un cannibale il cui scopo è ricostruire un intero scheletro con le ossa delle sue numerose vittime. Forse c’è di mezzo anche la Massoneria. I nostri capiscono subito che si tratterà di una lunga battaglia…

I protagonisti: particolari, dinamiche, evoluzione

Il tema ideale di questa puntata potrebbe essere: perché Brennan non vuole più lavorare con Booth sul campo?
Sono passati circa tre mesi dagli eventi del finale della seconda stagione, Zack è in Iraq e Brennan si rifiuta di lasciare il Jeffersonian sino a che non avrà trovato il suo sostituto. Peccato che abbia già scartato 17 candidati…
D’altronde, Jack ritiene che Zack sia unico ed insostituibile.
L’attuale antropologo forense in prova è un certo Clark Edison, che, come nota Cam, “si strapperebbe un braccio a morsi pur di piacere a Brennan e diventare il suo assistente“. Con scarsi risultati. Ma, peraltro, la stessa Cam ammette di non essere sicura tuttora di ciò che Brennan pensa di lei…
C’è da dire che nessuno sembra veramente credere che il motivo dell’ostinata chiusura di Brennan sia la sostituzione di Zack.
Booth (che è chiaramente frustratissimo e preoccupato per la mancanza della sua partner) è convinto che lei ce l’abbia con lui per l’arresto del padre. E Cam pare essere d’accordo che la spiegazione potrebbe essere quella.
Angela, invece, ne ha un’altra: tre mesi prima lei e Jack sono fuggiti dalla loro cerimonia nuziale, lasciando Booth e Brennan al posto loro, sull’altare. “Questa immagine iconica ti ha spaventata a morte“, dice a Brennan. La quale, ovviamente, non afferra.
Emily Deschanel è particolarmente brava, in quest’episodio, a rendere l’espressione ostica di Brennan. A volte ti viene voglia di scuoterla per rimetterle in moto le rotelle… La classica “stupidità” del genio, se mi passate la frase: chi è particolarmente geniale, spesso, comprende al volo cose complicatissime ma si perde in un bicchiere d’acqua per quel che riguarda le cose più semplici ed evidenti.
Chi ha ragione?
Forse, un tantino, Angela.
Ad un certo punto, infatti, chiedendo a Booth se per caso lui abbia parlato con Angela (e lui non lo ha fatto), Brennan manifesta di aver riflettuto sulle parole dell’amica. Ma c’è sicuramente dell’altro e Booth vuole vederci chiaro: per lui qualcosa tra loro è cambiato. Che cosa? Perché?
Brennan – modello parete di calcestruzzo imbiancata – ribadisce che tra loro non è cambiato nulla, ma in effetti il ritorno improvviso di Zack evidenzia che gli altri non se l’erano sognato. Qualcosa c’era. E c’entrava davvero Zack, anche se il reale problema non era il sostituirlo. Il problema era che Brennan pensava che Booth avrebbe potuto impedire a Zack di partire.
Molto bella la scena in cui ne discutono, in piena notte, mentre in prigione aspettano di vedere il presunto colpevole. Densa di particolari importanti. Ci dice molto di Brennan sotto vari aspetti. Il suo legame con Zack, per esempio. Sembra considerarlo quasi un parente, una sorta di “figlioccio”, ha verso di lui l’atteggiamento protettivo di una sorella maggiore. Ma anche il legame, sempre crescente, con Booth. Lo percepisce come il maschio alfa, quello forte che avrebbe dovuto fare da riferimento per uno più debole e giovane come Zack.
Ma è importante anche ciò che le risponde Booth: che non poteva impedire a Zack di partire, perché il ragazzo doveva tentare, a modo suo, di lasciare il nido e misurarsi con il mondo. Esattamente come un paio di anni prima aveva voluto fare lei, costringendo Booth a farla lavorare con sé sul campo.
E’ vero. Diventando la sua partner, Brennan ha lasciato la “zona franca” delle ossa o degli scavi delle tombe, una zona in cui si confrontava pressoché solo con i morti, per affrontare i vivi e le loro emozioni.
Per lei il salto ha funzionato e sta funzionando. Ma per Zack?
A sorpresa, viene rimandato in America. Racconta a Cam di non essere stato capace di conformarsi all’approccio militare. Aggiunge che il terapista dell’esercito gli ha suggerito di chiedersi come mai riesca a sentirsi a suo agio solo al Jeffersonian. Cam non prende molto sul serio il discorso, anzi nessuno del gruppo mi pare si soffermi a porsi domande sulle condizioni psicologiche di Zack dopo l’esperienza irachena. Da Brennan ad Angela, passando ovviamente per Jack, sono tutti distratti dalla felicità di riaverlo con loro. E la velocità con cui il ragazzo riprende il proprio posto (infrangendo le speranze del povero Clark), fa quasi sembrare che non se ne sia mai andato.
Possibile che sia tutto così facile? Possibile che Zack non si porti dietro nessuno strascico? Cosa non lo ha fatto adattare alla vita in Iraq?
E come fa i conti con il fallimento un genio che è sempre stato capace di capire e risolvere tutto?
Vedremo se ci verrà risposto nel corso della stagione…

E gli altri? Angela e Jack e il loro matrimonio mancato?
Angela continua a non ricordare nulla del suo misterioso marito. Lei e Jack hanno ingaggiato un detective, che è piuttosto bravo, in verità, perché, con il quasi niente che Angela gli ha fornito, trova parecchie informazioni, persino il nome dell’uomo che ha celebrato il matrimonio, purtroppo però ormai morto.
Del marito rintraccia una foto e il soprannome, Birimbau (che è un flauto brasiliano). Pare che lavorasse a bordo di una carretta del mare di passaggio alle Fiji nella data del matrimonio.
La ricerca continua.
E Jack è abbastanza sconvolto dalla foto: il suo “rivale” è un tipo di colore alto e possente. Troppo alto e troppo possente.
Come finirà questa bizzarra faccenda?

Interessante inoltre il fatto che il nuovo, complicato caso in cui si imbattono Booth e Brennan abbia a che fare con la simbologia massonica (peraltro veramente presente nell’intera archittetura di Washington): questo consente a Jack di poter aiutare i suoi compagni sfruttando l’altra sua grande passione di sempre, oltre agli insetti, e la luce che ha negli occhi testimonia quanto gli piaccia essere preso un po’ più sul serio sull’argomento.

Una notazione su Cam: sembra mantenere un rapporto molto amichevole con Booth e supporta la sua partnership con Brennan con simpatia. E’ realistico da parte di una ex amante lasciata due volte?
Non ne sono sicura…

Insomma, questa partenza è piena di domande, di suggestioni che forse vedremo svelate nel corso della stagione, forse no…
Alcune ci accompagneranno sicuramente sino alla fine, come il raccapricciante scheletro d’argento lasciato in dote dal nuovo, misterioso nemico del team del Jeffersonian. Un nemico oscuro e pericoloso come sembrerebbe?
Di sicuro è uno con cui non ci si annoierà e di fronte al quale bisognerà dimostrarsi uniti.
Booth e Brennan ne sono ben consci, nella scena finale.
Di cui vale la pena parlare per molti motivi.
Fu molto criticata, all’epoca della messa in onda, perché con il fondale chiaramente aggiunto al computer (ricordo, per chi a volte lo può dimenticare, che la serie non è veramente girata a Washington, ma a Los Angeles). Personalmente io non ho trovato l’effetto speciale così orrendo: la luce dell’alba è ben simulata, i capelli di Brennan si muovono persino un po’ nella brezza. Sicuramente il cambio scenografico, rispetto ai consueti finali in interno, mi è piaciuto e l’ambientazione, in uno dei luoghi più rappresentativi di Washington, è molto suggestiva.
Detto questo, questa scena è importantissima per ciò che Booth e Brennan si dicono e anche per ciò che non si dicono.
Come sempre, ma essendo questa una Premiere di stagione, getta una base fondamentale per i futuri episodi e l’evoluzione del rapporto tra i nostri due protagonisti.
Cosa si dicono, dunque?
Dopo gli ultimi mesi così incerti e la scoperta dell’esistenza di questo nuovo serial killer così particolare e inquietante, Booth chiede a Brennan se la loro partnership è ancora solida, forte. Le dice che per combattere questa battaglia dovranno essere tutti uniti, ma che, nel gruppo che formano con gli squints loro due rappresentano il centro, i pilastri portanti. Brennan è d’accordo e glielo conferma.
Sì, il loro legame è solido. Loro sono il centro.
Si stringono la mano. E un po’ Hanson la stringe a noi fans, assicurandoci che questa stagione inizia con la nostra coppia preferita unita più che mai.
Come scritto sopra, però, è interessante anche ciò che non si dicono.
Brennan sta per bere il suo caffè, ma Booth le copre all’improvviso il bicchiere con una mano perché il caffè è bollente e vuole impedirle di scottarsi. Così le labbra di Brennan finiscono sul dorso della mano di Booth, in una sorta di bacio non calcolato. Niente più di un piccolo momento carino per titillare i fans a digiuno da un’intera estate, però il loro palpabile imbarazzo, il loro scambio di sguardi, il modo in cui Booth ritira subito la mano… Per i cuori degli shipper sono tutti indizi promettenti.
E una Premiere promettente è senza dubbio una Premiere riuscita.

La scena

Segnalo una scena che è diventata cult ancora prima della messa in onda dell’episodio, grazie ai promo pubblicitari, ovvero Booth che, credendo che stia per esplodere una bomba, si getta sopra Brennan buttandola a terra, finendo in una posizione inequivocabile.
Perché tieni gli occhi chiusi?“, gli chiede poi lei.

La battuta

Jack (a proposito dell’imponenza fisica del misterioso marito di Angela): “Probabilmente lo si può vedere dallo shuttle“.

Il mio parere

Come ho già scritto, questa è una Premiere promettente. Tutta la carne messa al fuoco nella Season Finale della seconda stagione viene debitamente affrontata, ci vengono date risposte e offerte nuove domande e la figura del serial killer dello scheletro d’argento è davvero sinistramente fascinosa.
Molte premesse interessanti, insomma. Siamo pronti ai blocchi di partenza e non chiediamo che di cominciare il viaggio!

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