L’influenza che X-Files ha avuto su Bones

In occasione del ventennale di X-Files, Marisa Roffman, giornalista televisiva che scrive per Give Me My Remote ha incontrato il creatore di Bones, Hart Hanson, per parlare della serie di Chris Carter e di quale eredità abbia lasciato all’industria televisiva, scoprendo -non proprio inaspettatamente- che lo stesso Hanson è un grande estimatore di Carter e che l’impostazione di Bones è stata indubbiamente influenzata da Mulder & Scully.
D’altro canto la cosa non era poi così tanto segreta dato che la battuta che suggella la partnership di Booth e Brennan nell’episodio pilota è proprio: “What do you want me to do? Spit in my hand? We’re Scully and Mulder.” / “I don’t know what that means”.

Il 10 Settembre del 1993 un piccolo show chiamato X-Files ha debuttato sulla FOX.
È partito in maniera abbastanza modesta il Venerdì sera, fino a quando è cresciuto sino a diventare un fenomeno della cultura pop: ha vinto Emmy, ha ottenuto lo slot post Super Bowl e ha reso famosissimi gli attori David Duchovny (Mulder) e Gillian Anderson (Scully).
Questo telefilm ha finito col produrre 202 episodi in 9 stagioni, per non parlare dei due film, uno dei quali rilasciato quando lo show era ancora in onda e l’altro dopo sei anni dalla fine della serie. E che ora vive ancora in una “stagione 10” a fumetti.

Per quanto mi riguarda, X-Files mi ha molto influenzata come fan della tv, forse molto più di quanto abbia fatto qualsiasi altro show che abbia guardato sin da allora. E nei tanti anni in cui ho continuato a fare questo lavoro, esso è stato portato a galla così tante volte che posso includerlo come un’ispirazione per gli show di cui mi occupo oggi.

Quindi, in onore del 20simo anniversario della serie, ho deciso di prendere un approccio diverso nell’onorarlo: ho parlato con alcuni scrittori televisivi che hanno menzionato più volte di essere stati influenzati da X-Files e ho chiesto loro di approfondire il perché siano stati ispirati proprio da questo show.

Il primo con cui ho parlato? Il creatore delle serie Bones The Finder Hart Hanson (il cui telefilm Bones viene attualmente girato ancora sullo stesso set dove un tempo veniva filmato X-Files [lo stage 6 degli studios della Fox] dopo essersi sposato da Vancouver a Los Angeles tra la stagione 5 e la stagione 6.

Quando hai iniziato a guardare X-Files?
Hart Hanson: Dall’inizio. Ho visto il pilot. Penso che chiunque l’avesse visto, poi si sintonizzasse regolarmente. Non dirò che ho visto proprio tutti gli episodi, ma ne ho visto almeno un 85 %.  Però quasi quasi ci scommetterei di averli visti tutti fino ad oggi.

Cosa ti ha spinto a seguire la serie?
HH: Penso che da un lato [mi abbia influenzato il fatto che] sapessi che fosse girato a Vancouver, e come canadese, già quello era di per sé interessante. Ma a dire il vero non penso che sia stato quello ad attirarmi. Devo aver visto i promo o qualcosa del genere. Mi ricordavo di David Duchovny da Twin Peaks, quindi ho iniziato a seguire [lo show]. Penso che dopo aver visto i primi 15 minuti [del primo episodio] ero già convinto del fatto che l’avrei seguito regolarmente. E se non ricordo male — anche se potrei — all’epoca c’era l’opportunità di registrare le cose sulle videocassette. Penso si potesse fare e non ricordo esattamente se l’ho fatto o meno ma ricordo di voler sedermi in orario per guardarlo ad un certo punto.

Cosa ricordi principalmente del telefilm?
HH: Ricordo un paio di cose: ricordo che se i miei bambini entravano in stanza mentre lo stavo guardando, dovevo smettere perché ne erano terrorizzati. Penso che all’epoca avessi un figlio di tre anni e l’altro di sei anni e quindi era un programma troppo spaventoso per entrambi.

Ci sono una serie di cose relative a X-Files che ancora mi vengono in mente. Quando ho iniziato a vederlo, credo fossi ancora all’università — allora stava andando in onda la seconda stagione — non avevo ancora intenzione di diventare uno scrittore per la TV. Successivamente, quando l’ho deciso, [X-Files] cominciò a piacermi e quindi cominciai a farvi attenzione. Fu il primo show a cui cominciai a fare riferimento per capire anche come poter fare per creare un telefilm. E a quel punto, si trattava solo della scrittura di script, perché non avevo ancora davvero pensato di poter creare i miei show, proprio perché quella era un’idea folle se ti trovavi a Vancouver, o comunque in Canada. Ma [X-Files] era girato in Canada e cominciai a riconoscere alcune delle location e con il passare del tempo, quando cominciai a lavorare in TV, cominciai a riconoscere anche attori o membri della crew.

È difficile da spiegare, perché se ti trovi a Vancouver, solo l’idea di produrre qualcosa per la TV è un’idea folle. Sembrava quasi come se stessi dicendo di voler diventare un astronauta. E X-Files l’ha fatto sembrare come se fossero due cose che si potevano conciliare. E poi, per una sequenza molto strana di eventi, sono diventato amico di uno dei loro produttori, JP Finn, che è canadese. Per dirla tutta, sono il padrino di uno dei suoi figli. Ho incontrato sua moglie prima e lei era una story editor per la CBS, e poi ho incontrato JP Finn, quindi ho cominciato a sentir parlare della produzione. Quindi, in qualche modo, si trattava di una grossa opportunità per me — di ascoltare come fosse prodotto lo show. A quel tempo io lavoravo per un piccolo show canadese, che già andava in onda da un po’. E poi c’era lui, che produceva un’enorme hit americana. Le differenze tra come i problemi di produzione erano risolti e tra come erano creati gli script [era tanta] — era come andare a scuola. Sono stato davvero fortunato. È stato fantastico. È stato davvero fantastico.

Poi, nel momento in cui stavo creando Bones, ho preso parecchio da ciò che avevo imparato da X-Files — inclusa l’importanza di un motore per la storia. Ci sono due parti di un motore della storia per una serie tv: una è il suo franchising e loro ne hanno uno brillante. Potevano fare qualsiasi cosa e si trasformava automaticamente in uno story-arc. E poi avevano la mitologia. E c’era anche la relazione tra i due protagonisti che generava delle storyline e un sacco di speculazioni da parte dell’audience. Quindi, quando ho cominciato a lavorare per Bones, queste erano le cose che avevo in mente. Quindi dovrei proprio ringraziare questi ragazzi e il creatore di X-Files Chris Carter. L’ho incontrato una volta.

Gli hai detto che era troppo bello per essere uno scrittore per la TV?
HH:
 Gliel’ho detto. E mi ha risposto: “ho iniziato come surfista.” [Ride]

Gliel’hai detto con gli occhi, immagino. No?
HH: [Ride] No, gliel’ho proprio detto.

Nel pilot di Bones, Booth in realtà parla di Mulder e Scully a Brennan quando si riferisce alla loro potenziale partnership. Quando stavi presentando lo show alla FOX, c’è stata qualche menzione del fatto che tu volessi in qualche modo imitare con Booth e Brennan ciò che hanno avuto Mulder e Scully?

HH: No, ora che mi ci fai pensare, non credo di averlo menzionato. Non penso fosse parte del mio piano all’epoca. Ho sempre messo Mulder e Scully tra quella serie di personaggi che erano opposti, ma lavoravano insieme. Holmes e WatsonKirk e Spock ed ero molto molto fan di una serie di libri scritta da Patrick O’Brian sulle Guerre Napoleoniche che parlavano di un capitano e del medico di bordo, Aubrey e Maturin. Tutte queste storie hanno dato vita a loro volta a tante altre storie. Vedere il mondo in modi opposti e lavorare insieme è un gran bel motore per la storia. Sai, non so se ho citato Mulder e Scully quella volta, ma sicuramente ce li avevo in mente.

Oh! Non l’ho fatto e ti dirò perché. Vedi, mi stai facendo ricordare una serie di cose. Quando ho presentato il telefilm, inizialmente Booth non doveva essere in ogni episodio. Doveva essere il personaggio maschile principale sì, ma doveva essere presente in 2/3 [degli episodi] se non ricordo male. Tra i 14 e i 18 episodi, qualcosa del genere. Ma per far funzionare il franchising, avevamo pensato, non può esserci l’FBI tutto il tempo. Ma lui sarebbe pur sempre stato il suo Capitano Kirk. Ma nel momento in cui li abbiamo visti insieme, letteralmente, prima ancora che iniziassimo a girare, il test della rete fu così buono che chiesi se potesse esserci la possibilità che David Boreanaz (Booth) fosse in ogni episodio. Ed è stata una decisione molto buona. Sono contento che David abbia accettato.

Certo. Quando Bones era ancora agli inizi, ero solita fare la battuta che Booth e Brennan stavano seguendo la strada della relazione di Mulder e Scully, ma molto più velocemente..

HH: [Ride] Sì!

Quando è arrivato il momento di inserire nella storia la vera gravidanza di Emily Deschanel e far rimanere Brennan incinta, hai inconsciamente copiato il modo in cui Scully è rimasta incinta in X-Files?

HH: No! La mia orribile memoria è una cosa buona e terribile. Non ho mai rivisto X-Files. Se ho visto un episodio 2 volte è stato solo perché era in replica. Non ce l’ho registrato da nessuna parte. Sono sicuro che un giorno vi ritornerò su e me lo godrò tutto daccapo.

Ma sono allo stesso modo sicuro che la traiettoria di X-Files sia andata dritta nel mio subconscio e in qualche modo è andata a finire nel nostro show. Ma non posso dire di averlo fatto apposta.

E comunque, stavo vedendo meno episodi di X-Files quando tutto ciò è successo. Che anno era?

Era il 2000.

HH: Nel 2000? Mi ero già trasferito qui. Non stavo più seguendo tutti gli episodi. Avevo smesso di guardare X-Files per caso, ma non perché avessi deciso di farlo di proposito, ma all’epoca lavoravo 16 ore al giorno su “Il Giudice Amy” e su “Joan of Arcadia” [ndt: Entrambi telefilm di cui Hart Hanson è stato produttore esecutivo.], quindi mi perdevo un sacco di TV. Un po’ come succede adesso.

Beh, il modo in cui le storyline sono state impostate è stato piuttosto simile e questo mi ha lasciata sorpresa. Dovresti decisamente riprendere X-Files prima o poi e assicurarti di averlo visto.

HH: È già qualcosa. Lo è. Dovrei dare un’occhiata. Non ho dubbi sul fatto che li stia copiando in qualche modo, ma lo devo totalmente al mio subconscio.

Mi sembra giusto! Voi avete fatto un omaggio ad X-Files nella 5 stagione di Bones [ndt: Episodio 5×11 “Alieni di flanella“]. È stato qualcosa che vi ha chiesto la FOX di fare oppure è stato qualcos’altro ad ispirarvi?

HH: Era una cosa prevista inizialmente. Faceva parte delle idee! X-Files era sulla FOX, Bones va sulla FOX, siamo un genere simile..Siamo in una specie di tradizione. Così ho pensato, dobbiamo in qualche modo omaggiarli. È un bene omaggiarli per due motivi: uno, ci hanno spianato un bel po’ il terreno, due: hanno fatto aprire le porte della FOX per quel genere di show. Non posso parlare per Gail Berman che ha ordinato il telefilm, ma sicuramente potrebbe aver pensato “X-Files ha funzionato, quindi questo potrebbe funzionare.” Non posso parlare per lei, ma potrei scommettere che sia stato un fattore preso in considerazione.

E anche un esempio di come continui a far procedere uno show anno dopo anno grazie alla dinamica di risolvere dei casi — un po’ meno per loro e un po’ di più per noi — e far procedere una relazione. Ovviamente noi abbiamo imbrogliato avendo più personaggi ricorrenti di quanti non ne avesse X-Files. E certamente il nostro tono, se proprio si avvicina ad X-Files, lo fa solo a quello degli episodi scritti da Darin Morgan. Noi siamo uno show più leggero e divertente di quanto non lo fosse X-Files. Raramente spaventiamo le persone quanto X-Files le spaventava all’epoca. Ma è stato pur sempre il nostro predecessore e volevamo dire “ciao”.

Quale pensi sia l’eredità di X-Files adesso?

HH: Oh mio Dio. Ottima domanda. [Pausa] Sai quale penso sia la sua eredità? Credo abbia iniziato — o per lo meno aiutato a far iniziare — la rivoluzione dei geek, in cui i geek hanno conquistato il mondo. È un genere. A quell’epoca, se non ricordo male, c’era STAR TREK: THE NEXT GENERATION, e poi c’era X-Files. Quindi direi che Chris Carter è stata una di quelle persone ad aver mostrato che la “fiction speculativa” avrebbe potuto essere anche prodotta da un network. Puoi pensare ad altri esempi di programmi fantasy o science-fiction? C’era Kolchak: the Night Stalker, ma molti, molti anni prima.

Giusto e Chris Carter ha parlato più volte di Kokchak e della sua influenza sul suo lavoro.

HH: Sì. Direi che ora è responsabile per Il Trono di Spade. [Ride] Era uno show molto buono, lo era davvero. Era spaventoso e divertente e aveva dei personaggi principali molto carismatici. Eppure c’era una specie di strano realismo, anche se può sembrare una cosa folle da dire. C’era un’aria di familiarità. Quando eri in quel mondo, ti sembrava davvero di essere in quel mondo. Penso abbia fatto iniziare una vera e propria rivoluzione. Scommetto che se hai parlato con i produttori di The Walking Dead o di Falling Skies [te ne sei accorta], soprattutto per quanto riguarda Falling Skies che viene girato a Vancouver, non so se hai notato, ma ha valori di produzione simile, tipo ad esempio i cieli nuvolosi e la pioggia e anche il tono. Penso che Chris Carter sia responsabile di tutto ciò.

Completamente giusto! Avevi un personaggio preferito?

HH: [Pausa molto molto lunga.] Sto cercando di non dire Fox Mulder! [Ride]

Puoi anche dire Mulder!

HH: Adoravo Fox Mulder. Tantissimo. Pensavo fosse un personaggio fantastico. Ho lavorato ad uno show chiamato NORTH of 60. Conosco tanti attori che erano in quello show e che poi hanno cominciato a lavorare in telefilm canadesi. Ti ricordi di quel ragazzino che aveva delle stigmate nell’episodio “Revelations”Kevin Zegers ha cominciato a lavorare in uno show che avevo creato a Toronto che si chiamava Traders. E lui era fantastico. Continuavo a vedere dal vivo persone che avevo visto sullo schermo. Ma Fox Mulder era il mio preferito…chi altro era così figo e pacato, e anche– chi altro poteva fare smorfie in faccia agli alieni e uomini-vermi spaventosi? Era un grande personaggio principale. Penso fosse proprio fantastico. Quindi sarò noioso e dirò Mulder.

Preferivi il “mostro della settimana” o la mitologia?

HH: All’inizio preferivo la mitologia, ma alla fine, ho preferito “il mostro della settimana”. La mitologia è diventata molto, molto complicata e il mio povero cervello..

Ha senso. Qual è il tuo mostro preferito?

HH: L’uomo verme. Ti ricordi di quel tizio che venne tagliato a metà nella fogna?

Flukeman! Quello era Darin Morgan in costume.

HH: Oh mio Dio e il Carnevale?

“Strane ferite?” [ndt: Episodio 2×20 di X Files]

HH: Gah. Quella cosa che si staccava di notte? Agh! Okay, quella. Penso di avertelo detto altre volte, non mi piace essere spaventato..Ma ci sono stati dei gran bei episodi si X-Files.

Devo chiedertelo…Shippavi Mulder e Scully?

HH: No! Non li shippavo. Guardavo lo show nell’insieme, per le tante cose raccontate, ma non sono mai stato un tipo “Avanti, mettetevi insieme, baciatevi!” Per niente. Non ero contro, ma stranamente non mi sintonizzavo per vedere come procedeva la storia d’amore tra Mulder e Scully. Ero perfettamente ok con il vedere come la storia andava avanti. Ma ero davvero giovane all’epoca, immagino, ora sono più romantico.

Fonte: Give Me My Remote
Traduzione: Mars

Lascia il tuo commento

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: