Nelle puntate precedenti
In seguito alla scoperta di una cospirazione all’interno dell’FBI, Booth era stato messo in carcere dove, a causa dell’ira degli altri detenuti e delle stesse guardie, rischiava la vita. Nel frattempo, il team del Jeffersonian aveva continuato ad indagare sulla cospirazione riesumando il corpo di Howard Cooper, morto 16 anni prima e che potrebbe essere il punto di origine della cospirazione.
Booth, scarcerato grazie ad una coraggiosa Brennan che ricatta il pubblico ministero, continua ad indagare, ma gli viene affiancato un nuovo agente come partner, James Aubrey, che deve controllare ogni sua mossa.
Il cerchio si stringe attorno al capo della Sanderson Chemical: mentre Booth e Brennan vanno a parlare con Jerold Norsky, che ha legami con Sanderson, i MacNamara e persino J.Edgar Hoover, Booth riceve una telefonata: Sweets è ferito. Brennan e Booth corrono dal loro amico che giace a terra in un parcheggio sotterraneo: prima di morire rivolge le sue ultime parole a Booth, invitandolo a cercare di ritrovare la fiducia nel mondo.
In questo episodio – 10×02 “Il cuore di Sweets”
Sweets era uno di famiglia, ammette Booth, il quale si sente responsabile per la morte dell’amico.
Brennan promette che faranno di tutto per risolvere il caso e trovare il responsabile.
In mezzo a tutto ciò, Christine si presenta candidamente dai suoi genitori chiedendo emozionata notizie di zio Lance e Daisy: la bambina non sa ancora quello che è capitato a Sweets e si è preparata per andare al parco giochi con lui.
La scena in cui Brennan e Booth si apprestano ad informare la bimba della tragica notizia è a dir poco lancinante.
Al Lab, Daisy continua ad aiutare nelle indagini; sebbene la vista dei resti dell’amato Lance siano un’immagine troppo forte per chiunque, la donna riesce a trovare in quelle ossa la forza per andare avanti.
Grazie alle analisi di tutto lo staff del Jeffersonian, viene trovata l’auto usata dal killer di Sweets e, seguendo una scia di sangue, anche il suo cadavere: lo psicologo è riuscito a ferirlo con un colpo d’arma da fuoco sparato con la sua pistola d’ordinanza. Si tratta di Kenneth Emory, entrato nei Navy Seal dopo l’addestramento a Quantico con lo stesso Aubrey. L’autopsia di Emory rivela altri dettagli, non solo Sweets è riuscito a difendersi e a sparargli, ma qualcuno, dopo di lui, ha finito Emory con un’arma da taglio usando il foro di proiettile per nascondere l’omicidio.
La cospirazione è cresciuta come cresce un qualsiasi organismo vivente. Per distruggerlo, Angela e Jack devono mappare il suo DNA: prendendo i nomi di chi era nel chip di Wesley Foster, colui che per primo aveva portato alla luce tutta la cospirazione, e analizzando i loro comportamenti, Angela è in grado di vedere se coincidono con gli eventi degli ultimi venti anni. I collegamenti fra le persone ricattate e le posizioni che occupavano hanno creato altre persone compromesse, che potevano essere ricattate e che avrebbero ricattato a loro volta. Jack lo definisce come un batterivoro eucariota e fagotrofico.
Dall’analisi del blocchetto degli appunti di Sweets, e con l’aiuto di Daisy, Angela e Jack riescono a leggere alcune note scritte dallo psicologo prima di morire. Ed è durante la lettura di una di esse che scopriamo che Lance avrebbe voluto dare al proprio figlio il nome di Seeley. E Daisy non riesce a trattenere le lacrime (anche io, in realtà).
Brennan rincasa e trova il marito intento a prepararsi per un nuovo attacco, circondato da molte armi: fra i due scoppia un violento diverbio. Booth non vuole più solo difendersi ma attaccare Sanderson, Brennan ribatte dicendogli che non hanno ancora prove a sufficienza per incolparlo. Ma l’uomo non ci sta e cerca di chiudere la conversazione. Brennan gli dice di arrangiarsi perché lei non vuole essere più coinvolta, accusa il marito di essere diventato qualcuno che non vuole più nella sua vita e in quella di sua figlia. Prende la sua borsa e le chiavi e si avvicina alla porta per andarsene ma Booth la blocca dicendole di non scappare.
In realtà, gli dice la moglie, è lui che sta scappando da quello che gli sta succedendo e da tutto quello in cui crede, perché le cose non stanno andando come vorrebbe? O perché è troppo difficile? La voce di Brennan torna ad essere rassicurante, ricorda a Booth che lui è una brava persona e che non si deve far distruggere da coloro che fanno parte della cospirazione. L’uomo sembra distrutto, le parole della moglie lo hanno colpito in pieno: si siede sulle poltroncine da stadio, quelle dove vide una partita di hockey su ghiaccio con il padre, e l’unica parola che riesce a pronunciare è fiducia. Sua moglie gli siede accanto.
Il giorno successivo, di ritorno al Lab, Brennan trova Daisy seduta accanto ai resti del suo Lance: attraverso un’attenta e struggente analisi delle sue ossa e delle sue fratture, le due donne riportano alla luce il passato di Sweets: la sua caduta dalla casa sull’albero, il suo giocare a calcio … e il suo suonare il piano ogni sera per il figlio che sta per arrivare.
Daisy, prima di tornare al lavoro e analizzare i resti di Cooper, confessa di non avere nessuno e che la sua famiglia è al Jeffersonian (e tutti noi ci rimettiamo a piangere).
Angela e Jack continuano a lavorare sulla loro teoria secondo cui la cospirazione prende la forma di un organismo vivente in crescita, la cui cellula da cui prendono vita gli altri è Cooper. Stando ai vari collegamenti, i nomi che restano sono tre: Sanderson, Cooper e Durant. Quest’ultimo viene portato all’FBI per un nuovo interrogatorio: dice di essere spaventato per via di quello che è accaduto a Cooper e fa il nome di Norsky, era lui l’uomo che lo ricattava.
L’organismo vivente di Angela e Jack si amplia fino ad arrivare a Hoover: chi è riuscito a sottrarre i famosi file segreti del primo direttore del Bureau ha aggiunto poi altre informazioni nel corso degli anni. Ma chi ha ereditato tutto questo? Aubrey ricorda, in un modo del tutto poco ortodosso (e che tanto ricorda il povero Vincent Nigel-Murray) il nome di uno degli assistenti di Hoover: Desmond Wilson.
Momento leggero: Hodgins e Aubrey si dirigono insieme sulla scena da analizzare … con l’auto di Jack!
Aubrey e Hodgins perquisiscono un vecchio rifugio antiatomico di Wilson e trovano un filo di ferro attorcigliato ad una gamba del letto che però si rivela essere parte di un vecchio registratore a filo. Nel 1944 l’esercito americano usava questi registratori per creare false informazioni per confondere le spie tedesche (grazie Jack, amiamo sempre di più le tue conoscenze spionistiche!). Angela fa la magia: il team riesce ad ascoltare il messaggio registrato sul filo: si sente la voce di JFK che parla della crisi missilistica di Cuba. Questa è la prova che Wilson aveva i file di Hoover, i documenti non sono stati distrutti alla sua morte.
Booth e Aubrey aggiornano Caroline: dopo la morte di Hoover, Wilson ha spostato i file del ricatto nel rifugio dove viveva, ma la proprietà appartiene alla Burdett Property Management, una holding di Sanderson.
(A proposito: concordiamo tutti con Caroline, vero?)
Brennan e Edison scoprono un’anomalia nella sezione del midollo di Cooper, dopo le analisi di Cam scoprono del DNA estraneo in esso, probabilmente è del suo aggressore. Brennan corre ad informare Booth e Aubrey, che stanno pranzando al Founding Fathers (parliamo dell’appetito pantagruelico di Aubrey? Un’auto ha bisogno del carburante, questa è la sua risposta). Lo sguardo della donna cade su una foto in bianco e nero in cui sono presenti Wilson, la moglie e un bambino: Brennan è certa, quel bambino nella fotografia è Glen Durant, il medico che ha curato Cooper. Durant è il figliasto di Wilson! (ta-daaa!) Così i tre riassumono il tutto: Hoover passa i file a Wilson e Wilson li passa al figliastro, di cui si è occupato per anni. Durant usa la sua posizione come medico per controllare le cartelle dei pazienti e raccogliere così ulteriori prove con cui ricattare la gente: l’operazione continua e cresce. Durant ha incastrato Sanderson come capro espiatorio (e meno male che Brennan ha impedito a Booth di ucciderlo!). Ma il DNA di Durant non è nel sistema, non c’è modo di confrontarlo con quello ritrovato nel midollo di Cooper.
Booth e Brennan vanno da Durant per affrontarlo e ne scaturisce un dibattito politico. Durant afferma che i Padri Fondatori disprezzavano la democrazia perché credevano fosse l’equivalente della Olocrazia (momento Wiki: è una forma di governo in cui le decisioni sono prese dalle masse: secondo Platone, può portare alla tirannia in quanto inevitabile conseguenza dei comportamenti demagogici legati all’acquisizione del consenso). I Padri Fondatori credevano in una élite istruita, nei proprietari terrieri che avrebbero eletto persone come loro per governare il paese, per governare le masse nel modo che credevano opportuno. Durant continua dicendo che il loro Paese è sempre stato sull’orlo del precipizio ma fortunatamente ci sono ancora persone che credono nei principi espressi dai Padri Fondatori, che credono che si debba liberare il Paese dalle mani dei Popolo. Uomini come Hoover o il suo patrigno sono i veri patrioti (sapete com’è, gli americani ci tengono molto al loro diritto di libertà di parola … ). Booth stenta a trattenersi: Durant ha cercato di uccidere lui e Brennan, ha ucciso Sweets, ma il suo avversario lo provoca dicendogli che tutti i traumi che ha sofferto sono stati causati dal tentativo di difendere la sua idea di Costituzione. Booth sferra un montante al volto di Durant (momento fangirl impazzita), causandogli un copioso sanguinamento dal naso. Che quello di Booth sia stato un atto del tutto involontario o cercato, ciò che conta è che il sangue di Durant è rimasto sulla sua mano: in questo modo Cam può confrontare il suo DNA con quello ritrovato nel midollo di Cooper.
Le indagini, a questo punto, si alternano: la parte scientifica al Lab e quella investigativa al Bureau (dove troviamo Aubrey intento a mangiare … fame nervosa?)
Lab: Durant è quindi al centro della cospirazione? Il vero poter è sempre stato concentrato tra coloro che sono celati al pubblico, spiega Brennan.
FBI: fino a quando i file saranno in suo possesso, anche se si scoprisse che è lui l’assassino di Cooper, potrà sempre controllare tutto e farla franca. L’unico modo per fermarlo è trovare i suoi file, Booth è categorico. E ci riusciranno grazie all’aiuto di Sweets.
Lab: perché Durant ha ucciso Cooper? Perché suo padre era appena morto e non sapeva ancora di chi potersi fidare. Una carriera criminale, come era solito dire Sweets, inizia sempre per troppa cautela o troppa arroganza (sospetto che quella di Durant sia stata del secondo tipo). In ogni caso, l’assassino lascia una traccia. I risultati arrivano: il DNA di Durant corrisponde al DNA trovato nel midollo di Cooper (bingo baby!).
È un Booth vittorioso quello che ritroviamo nella sala interrogatori: Durant ha cercato di avvelenare tutto quello che il federale ama del suo Paese, ma ora si trova di fronte solo un patetico piccolo uomo che morirà in prigione. E’ solo questione di un attimo però: Booth sa che Durant è ancora in possesso dei file compromettenti e che con essi potrà ricattare qualcuno per uscire di prigione. Quello che devono fare lui e Brennan è riguardare gli appunti di Sweets per capire dove sono. Non sono solo semplici annotazioni, sono il modo con cui Sweets guardava le cose, hanno bisogno di lui per chiudere il caso definitivamente. In una serie avvincente di battute, Booth, Brennan e Aubrey concordano che Wilson e Durant erano come discepoli che emulavano J. Edgar Hoover, la loro devozione era quasi religiosa e quindi Durant ha messo i documenti in un luogo per lui sacro: l’ufficio di Hoover, che ora si trova proprio al Jeffersonian. Durant, in possesso di documenti compromettenti, ha potuto così ricattare gli uomini più potenti degli Stati Uniti: ricattare delle semplici guardie della mostra deve essere stato un gioco da ragazzi per lui. Lance ha aiutato il team, per l’ultima volta, nessuno ce l’avrebbe fatta senza di lui. Durant non può più usare i suoi file. In lungo momento di silenzio, tutti realizzano che il caso è chiuso, che tutta questa storia è finita ed è giunto il momento di dire addio a Sweets.
La cerimonia avviene nello stesso luogo in cui Daisy ha detto a Lance che sarebbe diventato padre, un luogo in cui i due sono rimasti seduti a lungo a parlare del loro futuro. E’ Brennan che parla, e ci lascia delle parole bellissime: “credo che Sweets sia ancora con noi. Non in senso religioso, perché il concetto di Dio è solo lo sciocco tentativo di spiegare l’inspiegabile. Ma in senso reale. E’ qui, Sweets è parte di noi. Le nostre vite, chi siamo ora, deriva dal nostro rapporto con Sweets. Ognuno di noi è una delicatissima equazione e Sweets era la variabile senza la quale non saremmo quello che siamo. Avrei potuto non sposare Booth o aver avuto Christine. Daisy di certo non aspetterebbe un figlio da lui. Siamo chi siamo perché conoscevamo Sweets. Quindi non ho bisogno di un Dio per ringraziare lui o l’universo da cui era nato perché gli volevo bene. Un tempo cercavo di spiegare l’amore, di definirlo come una secrezione chimica o ormonale. Ma ora credo, ricordando Sweets, vedendo cosa ci ha lasciato, che l’amore non può essere spiegato dalla scienza né dalla fede. È al di là della mente, al di là della ragione. Quello che so è che voler bene a Sweets … volerci bene gli uni con gli altri … è quello che rende la vita degna di essere vissuta. E per ora non ho bisogno di niente altro. Il che è imbarazzante per una persona estremamente intelligente e del tutto razionale come me.”
Poco prima di aprire l’urna e lasciare libere le ceneri di Sweets, Booth intona la canzone che gli era tanto cara, Put the lime in the coconut.
Riassunto a cura di Cris
Immagini: Tizy