Bones: da semplice procedurale a cavallo di battaglia della FOX

Bisogna spezzare una lancia a favore di coloro che fanno ciò che gli viene chiesto e che finiscono per farlo anche bene.

Competenza e affidabilità – anche a livello di incassi – di rado ti portano a vincere premi importanti o ti rendono un favorito della critica. O per lo meno, questo è il caso di Bones. La serie più longeva della FOX, che finirà il suo percorso stasera [negli Stati Uniti] alle 20 con l’ultimo episodio, si porta in tasca solo due Emmy assegnati per categorie minori. Tuttavia, queste qualità ti possono assicurare dei fan super devoti — di quelli che restano fedeli al prodotto per 246 episodi, 12 stagioni e quasi lo stesso numero di cambi di programmazione. A ciò va aggiunta una certa reputazione per essere una serie che non ha mai deluso i suoi fan proprio perché sempre rimasta fedele alle loro aspettative.

Sentitevi pure liberi di definire Bones un prodotto di scarsa qualità se vi va, eppure non esiste una rete televisiva che non avrebbe desiderato avere o che non avrebbe avuto bisogno di avere una serie la cui affidabilità è rimasta stabile negli anni e la cui popolarità non è mai diminuita di molto fino alla fine.

Probabilmente nemmeno il suo creatore Hart Hanson avrebbe mai immaginato, quando la serie ha debuttato nel 2005, che in questo momento staremmo ancora parlando di Bones. Nel lontano 2005 la stella di punta della FOX era House e c’erano grandi aspettative sulla seconda grande hit targata FOX, Prison Break. Queste due serie in particolare hanno segnato il cambio di rotta della FOX verso dei prodotti con un pubblico decisamente più maturo. Bones era qualcosa di ben diverso, un procedurale che sembrava molto più adatto alla CBS con i suoi CSI e i suoi NCIS che alla FOX.

In che modo quindi è Bones riuscito a sopravvivere su una rete che molto spesso l’ha dato per scontato o che si è addirittura dimenticata che fosse lì?

Partite dall’affidabilità del prodotto da cui è tratto, la serie di libri scritti da Kathy Reichs che ruotano attorno alla figura di un’antropologa forense e dal carisma dei due protagonisti Emily Deschanel e David Boreanaz, che per la prima volta hanno interpretato personaggi con ruoli invertiti rispetto agli standard televisivi dell’epoca.

Infatti, sin da L’uomo Ombra del 1934, i detective drama hanno di solito messo insieme una donna emotiva e d’intuito con un uomo razionale e attento. Eppure qui, in Bones, la dottoressa Temperance Brennan di Emily Deschanel era la parte razionale, fino al punto di essere quasi sbilanciata, mentre l’agente Seeley Booth di Boreanaz era quello che si affidava all’istinto e ai sentimenti.

La serie non ha perso tempo e li ha resi da subito partner — e dopo, in maniera saggia, ha aspettato molto a lungo per renderli una coppia vera e propria. Diversamente da tante altre coppie della TV, la relazione di Booth e Brennan non si è mai basata esclusivamente sulla sensualità, ma piuttosto sull’amicizia e sul rispetto reciproco.

Questa è pertanto una delle ragioni per cui Bones, come serie, è stata in grado di sopravvivere a prodotti come Moonlighting e Castle, che hanno cominciato a soffrire un rapido declino una volta che la tensione del “lo faranno-non lo faranno” è stata risolta. Eppure c’è anche un’altra ragione: Bones non si è mai dimenticato, settimana dopo settimana, di essere pur sempre una serie che come compito aveva quello di risolvere un caso e l’ha fatto ogni volta in modo accettabile, fino alla fine. Certo, di tanto in tanto ha avuto trame che venivano portate avanti per più episodi, tuttavia la sua caratteristica fondamentale è rimasta inalterata: qualcuno veniva ucciso e un assassino catturato, in una modalità che aveva senso per il genere a cui apparteneva.

Oltre a due protagonisti che piacciono, certamente d’aiuto è stato anche il fatto che Bones avesse anche un cast di supporto relativamente stabile. TJ Thyne e Michaela Conlin sono lì dall’inizio e Tamara Taylor si è aggiunta durante la seconda stagione. Come spesso succede nelle serie che vanno in onda per tanti anni, alcuni attori vanno via, ma Bones non ha mai dato l’impressione di essere un prodotto che tendeva a rimpiazzare i protagonisti o una nave sul punto di affondare.

I fan troveranno certamente azzeccato il fatto che il finale di stasera si focalizzi su questi personaggi principali e la loro corsa contro il tempo volta a catturare l’uomo che ha ucciso il padre di Brennan. Unita al loro tentativo di sopravvivere all’esplosione che ha lasciato gli appassionati col fiato sospeso nella scena di chiusura della scorsa settimana.

Con il successo che ha avuto, Bones ha forse cambiato l’industria della TV innalzandone il suo livello artistico?
No, tuttavia, in televisione c’è molto di più della semplice arte. Attraverso la presenza di un ambiente di lavoro sereno fatto di diversità, con una donna afro-americana al comando e tante donne in altre posizioni di eguale autorità, Bones ha lanciato un velato messaggio che non può essere dimenticato. E diversamente da tante serie acclamatissime, l’ha diffuso tra milioni di telespettatori.

Per me si tratta di un lavoro davvero ben fatto.

Fonte: USAToday
Traduzione: Mars

1 Commento

  1. Sandra Bittolo Bon

    Per me è stato una grande e piacevole scoperta , purtroppo non l’ho visto da subito ma ho risolto , per fortuna, con i dvd .

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